Nel derby giocato all’andata, Marcelo Brozovic non era stato convocato per infortunio. La sua mancanza non si era sentita troppo, la tripletta di Icardi aveva consegnato ai nerazzurri di Spalletti la vittoria sul Milan. Domani si gioca il derby di ritorno e, tra rinvii e rinascite, tante cose sono cambiate. A partire dalla vita sportiva del croato, rientrato prepotentemente nel progetto tecnico interista dopo mesi difficili. Nella finestra invernale di mercato l’arrivo di Rafinha a Milano aveva messo in seria discussione il suo ruolo nell’Inter; Brozovic aveva di fatto già salutato l’Italia dopo aver giocato solo pochi minuti nel derby di Coppa Italia perso a dicembre. Ad attenderlo c’era il Siviglia, un trasferimento impostato e definito, poi sfumato nelle ultime ore di mercato.
A rendere ancor più conflittuale il rapporto tra il croato e i colori nerazzurri ci avevano pensato i tifosi, che in occasione di Inter-Bologna lo avevano coperto di fischi alla sua uscita dal campo - ricambiati con un applauso ironico del giocatore. Svogliato e fuori posizione. Così era sembrato agli occhi di molti, e San Siro non glielo aveva perdonato. La sua esperienza a Milano sembrava essere arrivata al capolinea. L’atto finale di una storia d’amore mai sbocciata, Brozovic non si sentiva importante e in campo lo dava a vedere, quando correva a vuoto e spariva tra le difese avversarie senza riuscire a fare da raccordo tra il centrocampo e l’attacco, come gli chiedeva l’allenatore.
Spesso il nervosismo ha messo in ombra le sue doti. Un trequartista mancato, che non dava mai l’impressione di poter illuminare il gioco. Spalletti non si è però arreso e ha lavorato molto sulla sua testa in questi mesi, facendogli capire che tutti i calciatori a sua disposizione sono importanti per l’obiettivo Champions da raggiungere. L’allenatore toscano non si poteva permettere, in una rosa già ristretta, di perdere definitivamente un giocatore così e a questo deve aver pensato spostandolo davanti alla difesa, in una mediana a due accantonando l’asse Borja Valero-Vecino e affiancandogli Gagliardini. Oltre al lavoro psicologico, è stata questa la mossa decisiva per una svolta nel gioco della squadra e per la serenità del croato. Nelle ultime tre partite i nerazzurri hanno trovato fluidità di manovra e imprevedibilità. E quasi tutti i palloni passano dai piedi di Brozovic, che ora detta i tempi alla squadra - cosa inimmaginabile fino a poco tempo fa.
Anche il rapporto con Rafinha è cambiato: da contendenti per un posto da trequartista a perfetta catena verticale di qualità del centrocampo interista. Un atteggiamento diverso, quello del numero 77, che adesso rincorre gli avversari per tutto il campo e si sacrifica aiutando la difesa pur mantenendo la sensibilità nel suo destro che gli consente di fare lanci di cinquanta metri molto precisi. Dati alla mano, Brozovic corre tantissimo e riesce a mantenere lucidità nelle giocate. Con lui in mediana l’Inter ha ricominciato a fare punti e a giocare bene come mai in questa stagione aveva fatto. Lo stesso Spalletti pochi giorni fa ha dichiarato di aver capito tardi il croato: “Nella nuova posizione ci sta dando quella pulizia e quella qualità che probabilmente ci sarebbe servita anche prima”. L’importante è averlo capito in tempo per il finale di stagione.
Domani si gioca un altro derby e uno dei giocatori più attesi è proprio il croato, che deve dimostrare di aver trovato anche continuità di rendimento. Le difficoltà, i fischi, l’addio a un passo. Poi la rinascita, le prestazioni che hanno cancellato il ricordo delle prestazioni negative di inizio anno. Ora che è tornato a essere Epic, Brozovic vuole riscrivere la sua storia all’Inter.
Riccardo Despali