Il calcio si è fermato. Ci sono volute polemiche, forti pressioni da parte di chi era preoccupato per la salute dei giocatori (e i casi di contagio di Rugani, Vlahovic, Gabbiadini e altri della Sampdoria, forse, dovrebbero far riflettere). È stato necessario un intervento diretto del Governo, con un provvedimento d’urgenza che riguarda tutti i campionati. Ma ora la Federazione, in accordo con le varie Leghe, dovrà capire come portare a termine una stagione che l’epidemia di coronavirus ha fortemente compromesso. Il Consiglio Federale del 10 marzo ha indicato nel 23 marzo la data entro cui poter ragionevolmente decidere il da farsi. Quattro le ipotesi sul tavolo, ma quale scegliere? Di seguito, punto per punto, analizziamo quali sono le principali criticità di ciascuna, passando dai casi più semplici a quelli che già si annunciano piuttosto drastici.
1) Far terminare la stagione al 30 giugno
È una corsa contro il tempo, quasi impossibile da realizzare. La motivazione era quella di tentare di salvaguardare il regolare svolgimento degli Europei, che difficilmente si giocheranno. In tal caso, si sarebbe dovuta spremere soprattutto al Serie A: si sarebbero giocate tutte le partite rimanenti entro il 31 di maggio, per permettere ai giocatori di poter poi essere liberi per le rispettive nazionali. Più margine ci sarebbe stato per le altre categorie, dove verosimilmente i giocatori impiegati in impegni internazionali sono molti meno (se non nessuno). In questo caso, si sarebbe anche ipotizzata di spostare le iscrizioni del campionato dal 22 al 30 giugno, cioè il termine della stagione sportiva. Tale scelta avrebbe potuto implicare qualche problema di verifica della regolarità delle iscrizioni, soprattutto per le società con situazioni finanziarie o patrimoniali piuttosto deboli. Con gli ultimi casi di contagio, poi, diventa davvero difficile pensare che questa ipotesi possa andare in porto.
2) Far terminare la stagione oltre il 30 giugno
Per quanto meno gradita all’Uefa – che avrebbe preferito salvaguardare gli Europei – si tratta dell’ipotesi al momento più verosimile, anche se si dovrà valutare giorno per giorno l’andamento del contagio in Italia. Con le ultime notizie, infatti, appare molto difficile riuscire a far terminare i vari campionati entro la fine di giugno. E siccome l’intenzione di tutti è di preservare la regolarità dei tornei, è possibile che occorrerà andare oltre la consueta data di termine stagione. I problemi qui sarebbero di varia natura: come gestire i contratti dei giocatori che scadono al 30? Come comportarsi per ciò che concerne l’aspetto assicurativo? Come regolarsi con le norme civilistiche e giuslavoristiche in atto? Ogni contratto, poi, prevede uno stipendio diverso a seconda della categoria in cui il giocatore dovrebbe militare. Per esempio, un calciatore di proprietà di una squadra di Serie A che retrocede, ha già stabilito al momento della firma del suo contratto un emolumento in caso di Serie B per la stagione 2020/2021. Bisognerebbe ricalcolare tutto in busta paga. Intanto, alcune Leghe (come quella di Serie C), si sono già attivate per far smaltire le ferie, in accordo con AIC e altri enti preposti: da contratto, i dipendenti delle società calcistiche possono disporre di 28 giorni all’anno. L’intesa raggiunta di recente permette di conteggiare già adesso 10 di quei 28 giorni, in ottemperanza alle indicazioni ministeriali, proprio perché difficilmente la stagione si concluderà il 30 giugno. Ma dal momento che non esiste uno storico, dovranno essere eventualmente presi dei provvedimenti ad hoc. Tutte cose che andranno discusse tra leghe, club e Associazione dei Calciatori, che da diverse settimane aveva invocato la sospensione dei campionati per evitare forme di contagio che si sono poi purtroppo verificate.
3) Playoff, playout o chiusura anticipata.
Proprio le notizie delle ultime ore sui contagi in Serie A, fanno capire come lo stop dei campionati potrebbe andare ben oltre la data del 3 aprile. E forse, nemmeno prolungare di qualche settimana il termine della stagione potrebbe bastare. La Federazione ha quindi invitato le varie Leghe a considerare dei playoff e playout per assegnare titolo di Serie A, promozioni e retrocessioni per tutti i campionati. Un’ipotesi che farà sicuramente discutere, soprattutto le parti più coinvolte. In questo caso, sarebbe garantito il termine della stagione al 30 giugno, dal momento che si ridurrebbe in maniera drastica il numero delle partite. Ancora più dirompente sarebbe invece la scelta di fermarsi qui e rinviare il tutto a una nuova stagione. Niente titoli assegnati, con promozioni e retrocessioni (forse) bloccate. Un’ipotesi che la stessa Federazione ha definito “gravosa”. E che la Lega vorrebbe scartare, come dichiarato di recente.