Coriza è una fredda cittadina di poco più di 85.000 abitanti dell'Albania centro-meridionale, poco distante dai confini con Grecia e Macedonia. Non sono tante le attrazioni che la rendono celebre, eppure è la città della cultura albanese, perché qui fu fondata la prima scuola. E sempre qui c'è un mercato, non come tutti gli altri: è il mercato delle serenate, perché un giorno vi si componeva musica e si cantava. Oggi è un luogo di ritrovo, simil agora. L'attrazione più importante di Coriza da un po' di anni a questa parte però è un'altra: niente musica o arte, ma pallone. Lo Skënderbeu, i cui giocatori, a proposito di freddo, sono soprannominati "I lupi della neve" e che da 6 anni vince il titolo della Kategoria Superiore, la Serie A albanese: "Una bella responsabilità!" Parola di Andrea Agostinelli, che da questa stagione lo Skënderbeu lo allena: 5 vittorie su 5 e primato in classifica. E' da Coriza che Agostinelli - in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com - ci racconta la sua "nuova vita" da primo in classifica: "Come ci si sente? Sono molto contento, ma siamo solo all'inizio. Il campionato albanese è molto duro. Lo scorso anno lo Skënderbeu l'ha vinto all'ultima giornata, oltretutto contro la mia ex squadra (il Partizani Tirana, ndr). Quindi ci sarà da dare battaglia, dobbiamo continuare. Un avvio così? Nessun allenatore si aspetta di essere a punteggio pieno all'inizio, questo è il mio primo anno qui... Però pensavo di fare bene e dovevo farlo, anche perché questa squadra è reduce da sei titoli consecutivi: una bella responsabilità!"
E se dovesse descrivere lo Skënderbeu a chi non lo conosce? "Una squadra di ottima qualità, completa. Sì, la qualità è la nostra dote migliore; se invece c'è qualcosa in cui dobbiamo migliorare è nella cattiveria sportiva: ci manca un po' di agonismo". Qualità rappresentata, su tutti, da Liridon Latifi, attaccante esterno classe '94: "Era nell'Under 21, adesso De Biasi se l'è portato in nazionale maggiore. Ha grandi qualità e può fare bene anche all'estero, è giovane e può ancora migliorare." E come ha fatto con Latifi, l'obiettivo di Agostinelli è portare più giocatori possibile dello Skënderbeu in nazionale. Quella nazionale che, con De Biasi, è diventata grande: "Gianni ha fatto fare passi da gigante all'Albania, le ha aperto le porte dell'Europa. Ha fatto qualcosa di storico. Questo è un movimento calcistico in crescita e in futuro migliorerà ancora".
Non solo il calcio però, anche l'Albania sta imparando a camminare da sola: "Questo è un paese che magari tanti anni fa era dipinto in modo diverso, ma oggi è in ascesa. Mi porterò dentro la cordialità e la serenità delle persone di qui: è gente semplice, che vive serenamente." L'Italia, quindi, dimenticata? "No, la Serie A la guardo, certo! Penso che le prime tre saranno le solite, ovvero Juventus, Napoli e Roma, in quest'ordine. Le milanesi danno segni di risveglio, poi però si riaddormentano. Sono un po' discontinue ma credo che alla fine le troveremo tra le prime 5/6. Attenzione però a Lazio, Torino, Sassuolo. E al Chievo, che non è più una sorpresa". Nessuna sorpresa invece per il suo futuro immediato, nessun ritorno (per ora) su una panchina italiana: "In questo momento sto bene qui, sono molto contento e soddisfatto. Nel futuro non si sa mai, ma per adesso va bene così". E c'è da credergli: metti una cittadina tranquilla, un mercato delle serenate, il freddo e una squadra prima in classifica da portare in testa fino in fondo. Il #madeinitaly funziona anche così.