Di Maria? Presente. Messi? Presente. Aguero, Banega e Lamela? Altrettanto. Almeno sino ad oggi, giorno del quarto di finale contro il Venezuela, all'appello del gol per la lezione di futbol argentina in questa Copa America avevano infatti partecipato, sostanzialmente, tutti. O quasi.
Eppure, nel primo banco centrale davanti alla cattedra del Tata Martino, mancava ancora Lui. Mr. 36 gol stagionali in Serie A, macchina da gol irrefrenabile con la maglia azzurra addosso ed ancora un pizzico inceppata, invece, con quella albiceleste. "Scusate il ritardo, ci sono anch'io": porta spalancata all'improvviso, doblete decisivo per portare l'Argentina in semifinale e bentornato, Pipita. Basta assenze, già: tempo di rispolverare al 100% la solita, implacabile lucidità sottoporta di Higuain, tra un destro di controbalzo ad incrociare splendido ed un tocco a porta vuota facile facile, e pratica vinotinto già chiusa nei primi 45'. Non, però, senza qualche brivido...
In fondo, l'Argentina deve un pizzico di conquista della qualificazione anche al primo della classe, non certo per talento ma per numero: 1 sulle spalle e almeno un paio di interventi decisivi a salvare la porta argentina per Sergio Romero, protagonista inatteso agevolato, per di più, da un clamoroso errore venezuelano che ha virtualmente e psicologicamente chiuso la gara.
Poco da dire sulla Vinotinto: tanto impegno per uno dei più classici "Davide contro Golia", con un raggiungimento dei quarti capace di rappresentare, già di per sé, un risultato oltre le attese. Ma nel momento in cui Seijas, davanti alla clamorosa opportunità di riaprire il match, decide di calciare un rigore con un folle cucchiaio mal riuscito tra le braccia di Romero, un pizzico di rammarico per la chance di giocarsela di più resta eccome.
Poco spazio ad ogni tipo di rimpianto, tuttavia, cancellato da chi la scena è ormai abituato a prendersela come totale abitudine, incidendo ulteriormente il suo nome nella storia del futbol: 54° gol in Nazionale in 111 partite, provvisoria rete del 3-0 (seguita dal poker di Lamela) e titolo di miglior marcatore di sempre nella storia della nazionale argentina per Leo Messi, capace di raggiungere Batistuta in vetta alla classifica cannonieri albiceleste. Voto? 10 e lode, chiaramente, prima di passare alla prossima verifica: gli Stati Uniti padroni di casa, in Texas. Ma con questa squadra e con quei due fuoriclasse là davanti, tutto è davvero troppo più semplice: 14 gol realizzati e due subiti in 4 partite di Copa America. Houston, abbiamo un problema: a Klinsmann la complicatissima missione di fermare un rullo compressore sempre più lanciato verso la vittoria finale.