Lo attendevano tutti. Al Soldier Field di Chicago non si tifava Argentina oggi, si tifava per Lionel Messi. Quando l'hanno visto in panchina, ad inizio partita, un velo di tristezza è apparso sulla faccia di ogni appassionato accorso allo stadio. "Ma come, ancora fuori Messi?!". Sì, così ha deciso Gerardo Martino, non senza polemiche. E a guardare come stava andando la partita, forse poteva avere anche ragione: contro Panamà poteva riposare ancora.
Tant'è che dopo appena sette minuti è già 1-0: assist di Di Maria, torsione perfetta in area di Otamendi e rete. Il centrale del Manchester City ha ricominciato dal suo inizio: l'unico gol che aveva segnato con la maglia dell'Argentina, infatti, era arrivato proprio contro Panamà. E allora due su due. Un primo assaggio di una serata da ricordare. Da dimenticare invece per Di Maria, infortunatosi nel primo tempo. Unica nota dolente della serata.
Ma nel secondo tempo, una semplice notte statunitense, diventa la notte di Leo Messi. Al 63' entra Messi. Al 67' è già rivincita. Uno sguardo a Martino, uno alla porta. Assist involontario di Higuain e gol della Pulga. Che non segnava su azione in Copa America da sette anni, dal 2009. E tanto potrebbe bastare. Ma i campioni possono mai limitarsi? I fenomeni vanno oltre, sempre.
Il secondo gol dell'asso del Barcellona è un capolavoro, direttamente da calcio di punizione, all'incrocio dei pali. Passano altri otto minuti e arriva anche il terzo, con freddezza. E' la prima tripletta di Messi in gare ufficiali con la maglia dell'Argentina. La prima volta assoluta in Copa America. Una tripletta che lo lancia verso la storia, a -2 dal record di Gabriel Omar Batistuta. Che sia questa la Copa di Leo Messi? Che sia questo il torneo che userà per zittire quelli del "Ma in Nazionale non è decisivo?". Chissà. Le premesse ci sono eccome. E' la sua notte. La notte che catapulta l'Argentina ai quarti, con un 5-0 nettissimo (l'ultimo gol è di Aguero). E' la notte delle stelle. E lui, Lionel, è quella più luminosa.