Che potesse non essere serata, per l'Uruguay di Oscar Washington Tabarez, lo si era forse capito ben presto. Bastano piccoli dettagli, talvolta, per far capire quanto il vento, pur avvertito ben poco dalle parti di una caldissima Phoenix, soffiasse decisamente da una parte piuttosto che dall'altra: e se la accoglienza alla Copa America 2016 decide, involontariamente, di proporre l'inno nazionale cileno al posto di quello albiceleste, tra lo stupore generale di pubblico e calciatori, difficilmente si sarebbe potuta immaginare una gara più fortunata per la 15 volte vincitrice della competizione.
Impressione corretta, soprattutto per i primi 45', per Cavani e compagni, puniti dall'autorete più veloce di sempre della Copa America (tanto sfortunata quanto decisiva, dopo soli tre minuti) dell'ex interista Alvaro Pereira ed incapaci di trovare il gol del pari nell'arco del match: tanta, troppa fatica nello sviluppare gioco e parecchio nervosismo, all'interno di una gara frammentata e costantemente interrotta dai numerosi interventi fallosi commessi. Foga agonistica eccessiva pagata a caro prezzo da Matias Vecino, protagonista in negativo della serata celeste: doppio giallo nell'arco di 18 minuti per il centrocampista della Fiorentina e uomini di Tabarez sotto di un gol, di un uomo e sepolti, quantomeno a fine primo tempo, da un'avanzata messicana irrefrenabile, soprattutto sugli esterni.
Guai, però, a dar per morto l'orgullo uruguayo: addio a 45' scialbi, privi di occasioni e grinta, e ripresa totalmente diversa, tra le grandi occasioni sottoposta sprecate da Cavani e Rolan e il momentaneo gol del pari siglato da Godin, intramontabile guerriero pronto a non mollare davvero mai. Difficile, tuttavia, raddrizzare del tutto una serata partita con il vento contro: niente casualità ed involontarietà relativa ad inni sbagliati, ma tanta Italia del passato e del futuro nella grande reazione di un Messico mentalmente più pronto e meno coinvolto psicologicamente, in maniera negativa, nel match.
Rafa Marquez, El Gran Capitan, ed Hector Herrera, grande obiettivo di mercato del Napoli, decidono di alimentare definitivamente il vento verso la Seleccion di Osorio, alla 20° gara consecutiva da imbattuta: prima il destro vincente dell'ex Barcellona e Verona, poi il sigillo definitivo, nel finale, del centrocampista del Porto, particolarmente convincente per ottima visione di gioco mostrata, in verticale e sugli esterni, e grande presenza in linea mediana. Un possibile colpo per il Napoli di grande qualità e, soprattutto, utilità, in una nazionale messicana decisamente più che positiva nel suo debutto in Copa America 2016. Al contrario di un Uruguay che, tra un attacco sottotono e tanto, troppo nervosismo mostrato, ha finito per deludere non poco le aspettative.