Ancora senza panchina, ma tra i migliori al mondo: Antonio Conte si è raccontato al Daily Telegraph tra vittorie e la sua esperienza in Premier League.
Le parole di Conte
Solo tre allenatori hanno vinto un campionato davanti a una squadra allenata da Pep Guardiola: Jose Mourinho con il Real Madrid, Jurgen Klopp con il Liverpool e Antonio Conte con il Chelsea. “Non è facile. Guardiola è il miglior allenatore al mondo. E poi quando abbini il miglior allenatore del mondo con un club che può sostenerlo e può investire per portare giocatori importanti e migliorare la squadra ogni stagione perché vogliono rimanere in cima al mondo, allora è molto, molto difficile competere allo stesso livello. La mia storia dice che nei miei club sono sempre arrivato in una situazione difficile e con diversi problemi. Ma costruisco sempre. Dopo la mia prima stagione al Chelsea, quando vincemmo il titolo, avremmo potuto dominare in Inghilterra. Abbiamo parlato con Lukaku e van Dijk e con quei due giocatori importanti avremmo potuto cambiare la situazione”.
Conte continua: “Per me ora è impossibile lavorare per una squadra che aspira solo a dare spettacolo, perché l’aspettativa nei miei confronti è esclusivamente legata alla vittoria. Amo il mio passato, ma allo stesso tempo l’aspettativa che implica è sempre molto alta. E se non vinci, hai fallito. L’opzione ideale è far divertire la gente e vincere. E per essere celebrato, Antonio Conte deve vincere. Altrimenti gli altri non vedono l’ora di festeggiare il suo fallimento. Questa è la verità”.
L'allenatore conclude parlando del suo sogno: “Un giorno mi piacerebbe sollevare la Champions League anche da allenatore. Ma so che è molto difficile. La gente pensa che sia semplice, ma devi trovarti nel club giusto, un club che corrisponda alle tue ambizioni, un club pronto a fare l'ultimo passo per vincere la Champions. Basta vedere il Manchester City, quanto ci ha messo a costruire quel successo. Vorrei regalare questa gioia a mio padre. Mi ha detto ‘Vorrei vederti sollevare la Champions League’. Non è semplice, ma tutti hanno diritto ad avere un sogno”.