Sì, il miglior attaccante d'Europa si chiama Anthony Modeste. E gioca a Colonia, non certo la piazza che ti aspetti. Undici gol in nove partite di Bundesliga, segnati in tutti i modi possibili: roba mica da ridere. Meglio di Lewandowski, meglio di Cavani, meglio di Edin Dzeko, Tony. Visto da vicino - siamo andati a Geißböckheim, casa del club - è proprio come ce lo ha raccontato Freddy Sørensen, ex difensore della Juve oggi in Germania: "In una parola: serio". E lo è per davvero, anche se in campo, con le sue folkloristiche esultanze, sembra la più simpatica delle figure.
Modeste non parla, quasi mai. Se non con il giovane Sehrou Guirassy, per un motivo molto pratico: gli fa da traduttore. Francese-tedesco, tedesco-francese. Questo e poco altro, il resto sono lavoro e gol. "L'Anthony che si vede in allenamento è lo stesso che si vede poi in partita, non si tira mai indietro": forse il segreto sta tutto qui. Un attaccante che in estate poteva volare in Cina, ma poi ha deciso di restare in Germania per la salute di suo figlio e perchè, a Colonia, c'erano le motivazioni giuste. Dando un occhio al risultato, forse, è stata la scelta più giusta.
"Cosa mi piace più della città? Non ho avuto molto tempo per vederla, sono qui per giocare", aveva detto a quattro mesi dal suo arrivo a Colonia. Ed è abbastanza indicativo per comprendere il personaggio. A casa si scioglie, però, con la sua famiglia: "É la cosa più importante che ho, gioco per loro". E se in campo è il più silenzioso dei leader, nello spogliatoio si trasforma dj. Due, tre, quattro facce di uno stesso talento, che ha sempre segnato con continuità ma mai così tanto come in questa stagione. Due terzi dei gol degli Effzeh, ora a soli cinque punti dal Bayern Monaco prima, sono a firma sua. Un lavoratore, un goleador. Oggi il migliore d'Europa.