Ciro e Andrea, eccoli lì i “fratelli d’Italia”. E papà Ventura ringrazia. Perché grazie ai gol di Belotti e Immobile l’Italia si desta da 30’ di totale sbandamento. Una mezzora che poteva costare caro, anzi carissimo agli azzurri: sotto (meritatamente) contro la Macedonia e costretti a ricorrere in un finale thrilling.
Ma questa Nazionale è lo specchio del campionato, seppur solo dal centrocampo in su. Il blocco Juve in difesa - che in serie A è sinonimo di compattezza - balla che è una bellezza (anzi una bruttezza), mentre lì davanti Belotti e Immobile confermano quanto di buono hanno fatto vedere fin qui con le maglie di Torino e Lazio. 9 gol in due che suonavano come una sentenza. L’unico italiano ad avere un ritmo come il loro è Marco Borriello (4 gol come Immobile, uno in meno di Belotti), poi solo stranieri. Eppure contro la Spagna erano partiti entrambi dalla panchina con Pellè ed Eder preferiti nella line up iniziale. Ma Ventura, evidentemente, li stava tenendo in caldo per Skopje. Ed in Macedonia i due fratelli (del gol) azzurri non hanno fallito.
Per Belotti è arrivato addirittura il primo gol con la maglia dell’Italia, quello che per un attimo ci ha fatto alzare la cresta, prima di cadere nel sonno profondo del secondo tempo. Per svegliarsi dall’incubo macedone ci ha pensato l’altro attaccante, Ciro Immobile che in 10’ ne ha fatti due, ovvero quelli che bastavano per far rimettere la testa avanti all’Italia. Rialzare quella cresta che con il gallo avevamo solo sventolato per qualche minuto. Ci hanno pensato loro due che, invece, di creste - intese come pettinature sui generis - non ne hanno mai portate. In testa, loro, hanno sempre e solo avuto il gol. Con il minimo comune denominatore della maglia granata del Torino, che da stasera non sarà più l’unico. Hanno iniziato a segnare (insieme) anche in azzurro. E allora sì, Ventura può sorridere per davvero. Come un papà che si gode i suoi due figli dalla panchina: Ciro e Andrea... e con i fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta.