"Ci è andata bene". Poche parole, il terrore stampato negli occhi. Dopo il match di Libertadores contro il Caracas, l'Huracan prende la via del ritorno verso l'Argentina: destinazione aeroporto. Strade in salita, poi discese repentine con rampe studiate ad hoc per ovviare a problemi poco piacevoli. Ma non è bastato. E tragedia sfiorata.
"Ci sono stati tre/quattro minuti in cui l'autobus prendeva sempre più velocità. Senza freni. D'un tratto, ecco la rampa. Eravamo in discesa e senza freni, immaginati la velocità a cui stavamo andando" racconta Nervo, difensore e capitano dell'Huracan a Radio Rivadavia. "Quando siamo arrivati sul punto più alto, fortunatamente abbiamo perso velocità e ci siamo scontrati contro la montagna. Se non ci fosse stata la rampa, saremmo caduti giù alla curva dopo". Nervo che poi punta il dito sul conducente: "In questi quattro giorni ha lasciato molto a desiderare. Gli abbiamo chiesto di rallentare più di una volta".
Immagini che non vanno via dalla testa. "Vedere i tuoi compagni volare in aria da qualsiasi parte è una sensazione terribile. Grazie a Dio avevamo tutti la cintura di sicurezza, aggrappati al posto. Il nostro capo della sicurezza ci aveva avvertito di come non si dovesse sedersi dietro perché il pulmino era senza i freni". Feriti? "Toranzo, Mendoza e il massaggiatore li ho persi di vista, se ne sono andati in ambulanza". Tagli, botte ma "nulla di grave, voglio tranquillizzare tutti".
Il presidente del Glob Alejandro Nadur s'incaricò di smentire la perdita di quattro dita da parte di un componente della rosa: "Non c'è stata alcuna amputazione: Torazo ha tutte le dita. C'è solo stata una pulizia sopra una ferita importante. Era incazzato per come sono andate le cose, ma con grande voglia di tornare in campo".