Cuore rossonero, ma se capiterà l'occasione giusta Roberto Inglese non ci penserà due volte. La punta del Chievo oggi sfiderà il 'suo' Milan, la squadra per cui tifa da sempre e che lo ha portato per la prima volta allo stadio, a vedere da vicini il suo idolo, Shevchenko.
"La mia scuola calcio era affiliata al Milan" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport - "Una volta, come regalo di Natale, ci portarono a San Siro per Milan-Fiorentina, finì 6-0. Era il Milan di Sheva, delle finali di Champions, vinte e perse". Con i rossoneri il Chievo si giocherà il terzo posto: "Il fatto è che il Chievo non è più la favola di provincia, ma una realtà organizzata che sa quando attaccare e quando far male. E a Pescara, si è visto. Vinciamo perché c’è un gruppo dove chiunque viene inserito alla perfezione. Cacciatore, ormai è diventato un fratello per me".
A fine gara l'attaccante pugliese saprà già a chi chiedere la maglia: "A me piace Bacca, ma a loro toglierei Bonaventura, proprio bravo. Però noi siamo forti e ce la giocheremo. Birsa è importante, tecnico, sui calci piazzati mette la palla dove vuole, fa da raccordo con le punte. Vorrei chiederla a Romagnoli. Lo apprezzo tanto come difensore. Sarebbe la mia prima vera maglia, lo scorso torneo una volta ero infortunato, un’altra in panchina sotto un diluvio pazzesco. E papà da bambino mi comprava quelle tarocche. Era autista di bus. Ma domani non viene. È’ venuto a Pescara, ha portato bene. Vengono i miei fratelli: uno è in banca, l’altro è perito informatico".
Il Chievo vola grazie alla solidità dello spogliatoio: "Il gruppo forte rende gli allenamenti più divertenti. E Maran insegna. Io gli dico grazie perché è il primo allenatore che mi dà fiducia piena, gli altri me la davano a metà. Obiettivo? Innanzitutto giocare con continuità e fare più di tre gol. Pescara? Sono contento della fiducia del Chievo, ho un contratto fino al 2020 e sto benissimo. Al Pescara sono cresciuto, un giorno spero di tornare, ma non ora, sarebbe bello, spero in A".