"Mi ha dato la carica". Dietro alla doppietta alla Fiorentina di Lucas Castro c'è Diego Armando Maradona. Il centrocampista argentino del Chievo ha dedicato una canzone al Pibe de Oro, come fatto per Totti e Messi, e Diego lo ha ringraziato: sta qui il segreto dei due gol? Lo racconta Castro stesso attraverso le pagine de La Gazzetta dello Sport:
"Non ho pianto, ma mi sono commosso, mi è venuta la pelle d’oca. Maradona resta un mito per un argentino. Perché Diego arriva da un altro pianeta. Io? Dalla Terra: sono uno giocatore normale. La passione per la musica l'ho sempre avuta, qualcosa che c’è nel sangue. Appena posso, prendo la chitarra. E magari esco a suonare. Non guadagno niente: dovrei portarmi il cappello per gli euro...".
Sul presidente Campedelli: "E' una brava persona, ha costruito una società seria e organizzata. Che ogni anno migliora. Cantare con me? Non credo, è timido, vero, ma a volte si lascia andare con noi: scherza e ride. Zuculini? L’ho conosciuto qui dopo aver giocato col fratello Bruno al Racing club. Abbiamo scoperto di amare la musica: lui suona il piano, io la chitarra. Con l’Hellas saranno belle sfide, mancano alla città. E chi ha detto che siamo più forti? Due anni fa abbiamo pareggiato e poi perso".
Il bomber Roberto Inglese ha raggiunto la Nazionale: "Bravo, se lo merita. Peccato che andrà al Napoli. La nostra è una squadra tosta che gioca semplice e corre tanto. Abbiamo un bravo preparatore". Poi Castro si descrive: "Io preferisco fare la mezzala, partire da dietro, arrivare di corsa. Mi adatto: a Catania facevo l’esterno alto nel 4-3-3. La stagione migliore rimane quella dei 6 gol a Catania e l’anno scorso al Chievo". In chiusura d'intervista il centrocampista argentino parla di mercato: "Torino? Non si è mai arrivati a qualcosa di concreto. L’ambizione di salire c’è sempre, ma qui sto benissimo".