Non c'è due senza tre? Spesso sì. Ma non questa sera. Dopo la sconfitta ai rigori nel 2008 e quella per 4-0 in finale del 2012, l'Italia si prende la sua rivincita. Otto anni dopo. Perchè, si sa, la vendetta è un piatto che va servito freddo. E questa sera è l'Italia a tingere d'azzurro il cielo di Saint-Denis. Nel modo in cui gli riesce meglio. Con organizzazione, concentrazione e cuore. Ci manca qualità, si diceva. Ma quest'oggi c'è stata anche quella, sin dal primo minuto. Con trame di gioco fluide, di una squadra che ha le idee ben chiare su quello che deve fare e su come lo deve fare.
In più la classica abnegazione nella fase difensiva. La Spagna non riesce praticamente mai a fare il suo gioco, la BBC sa come si ferma Morata e praticamente non gli fa vedere palla per tutta la partita. Poi i polmoni di Parolo, l'intelligenza tattica di De Rossi, la corsa di Florenzi e De Sciglio. In attacco Pellè fa gli straordinari: rincorre Busquets per chiudere la prima linea di passaggio agli spagnoli e mette in crisi per tutti i 90 minuti Sergio Ramos e Piquè. Eder alle sue spalle fa una partita di sacrificio e qualità e Giaccherini è una presenza costante, chiamato in prima battuta ad attuare il pressing insieme ai due attaccanti e ad appoggiare l'azione. Poi c'è Buffon, che quando viene chiamato in causa c'è sempre. Sì, perchè alla fine c'è anche bisogno delle sue manone. Un mix scecherato alla perfezione da Antonio Conte, che praticamente indovina tutte le mosse. Ci si aspettava un'Italia intimorita dalla qualità della Spagna e invece gli azzurri hanno aggredito Ramos e compagni fin nella propria metà campo, dominando la partita quantomeno dal punto di vista del gioco e delle occasioni.
La sblocca l'uomo che non ti aspetti, Giorgio Chiellini. Un gol da opportunista su una respinta di De Gea, poi tutta la sua grinta in quei pugni sbattuti sul petto. La chiude Graziano Pellè, l'uomo dell'ultimo minuto. Con la Spagna, così come col Belgio, è lui ad evitare la sofferenza finale. In mezzo una marea di occasioni. Dal tiro a giro di Giaccherini alla conclusione finale di Insigne, passando soprattutto per quella sprecata a tu per tu col portiere da Eder.
Ma l'abbraccio finale degli azzurri è la scena più bella. Con Candreva e De Rossi a correre in campo nonostante l'infortunio e tutti i calciatori a festeggiare come un'unica famiglia. Perchè sì, è tutto vero. La vendetta è stata servita, rivincita presa contro gli spagnoli. E allora... "Chiudete le valige amici, si va a Bordeaux". E lì ci sarà da giocare un'altra sfida infinita, quella contro la Germania.