2590 giorni. Oltre 7 anni. Un arco di tempo in cui le cose che si possono fare sono davvero tante. Esteban Granero ha scelto solamente di far crescere l'attesa nei suoi confronti, prima di prendersi la scena in Liga dopo quasi 2600 notti dopo l'ultima volta.
Era il 16 gennaio 2011. La maglia è quella del Real Madrid. In una annata passata alle spalle dei vari Kaka, Cristiano Ronaldo, Ozil, Di Maria, un giovane del vivaio blanco come Granero trova poco spazio per esprimere un talento che all'epoca sembrava tra i più promettenti di tutto il calcio spagnolo. L'occasione arriva contro l'Almeria. Con i suoi sotto, il nativo di Madrid entra a partita in corso e raddrizza la situazione con un bel gol di destro. Bicchiere mezzo pieno per il Real, che trova un punto insperato con un giocatore inatteso. Bicchiere tutto pieno per Granero, che intravede in quel gol la speranza di una rapida escalation nelle gerarchie delle Merengues, pronto a fare breccia nelle preferenze di Josè Mourinho. Le cose però andranno diversamente.
Granero colleziona solamente 28 presenze nell'anno e mezzo successivo, prima di venire ceduto, nell'estate del 2012, al QPR per 8 milioni di euro, Una delusione per Granero, mai entrato nei cuori e nella storia del club con cui ha tirato i primi tiri ad un pallone. La sua avventura in Premier League però dura giusto il tempo di una stagione, prima che la Real Sociedad si decida a riportarlo nella sua Spagna. Eppure del vero Granero, di quello che ha convinto il Real Madrid, di quello che ha salvato Mourinho in un pomeriggio di inverno, neanche l'ombra. Il passaggio all'Espanyol, dopo due annate senza infamia e senza lode a San Sebastian, sembra poter essere un ultimo disperato trampolino di lancio.
Arrivare in Catalunya alla soglia dei 30 anni se non è l'ultima spiaggia, poco ci manca. Granero non è al centro del progetto di Quique Sanchez Flores, che gli concede solamente alcuni scampoli di partita. Per un giocatore dalla tecnica notevole, ma dalla scarsa esplosività, non il massimo della vita. Ma nel calcio basta un attimo per passare da incompreso ad eroe, almeno per una sera.
Espnayol-Villareal, 24° giornata di Liga. I padroni di casa sono in svantaggio per 1-0 a meno di 5' alla fine, quando l'arbitro assegna una punizione sulla trequarti avversaria. Sul pallone va un destrorso naturale come Granero, che con il suo piede preferito disegna una parabola che si infila sotto l'incrocio dei pali. Granero esulta, ma quasi non si ricorda più come si fa. Comprensibile: l'ultima volta in Liga lo aveva fatto 7 anni fa.
In 7 anni possono cambiare tante cose. Si può passare dall'essere una promessa, un giovane talento in rampa di lancio, a diventare un giramondo in cerca della propria dimensione e perchè no, di qualche ingaggio che ti soddisfi economicamente. In questi 2590 giorni Granero ha segnato qualche rete (1 in Premier League, 2 in Copa del Rey), ma nessuno nel campionato in cui ha sempre desiderato giocare. Fino almeno a ieri sera, quando il tempo per qualche secondo si è fermato. E gli è tornato in mente quando il tempo era dalla sua parte, quando salvò il Real di Mourinho in un pomeriggio di Gennaio. Si è ricordato com'era essere il re, anche solo per una notte.
a cura di Federico Rana
[foto da Twitter ufficiale Espanyol]