"Ma chi è questo?". In molti si sono posti questa domanda durante Manchester City-Sporting di ieri sera, riferendosi al numero 87 dei Citizens, entrato in campo dopo l'intervallo al posto di Bernardo Silva. Per la risposta sintetica è sufficiente guardare la carta d'identità: James McAtee, 20 anni da compiere a ottobre. Per quella più estesa, occorre leggere fra le pieghe del campo, fra un dribbling e un colpo di tacco: il futuro del Manchester City.
La stessa domanda ("who's this?") se la pose nel 2016 un Pep Guardiola "in incognito" sulle tribune del campo di allenamento dell'Under 15. Lo racconta il portale The Athletic: il matrimonio tra il catalano e il City non era ancora stato ufficializzato, ma Pep, come da abitudini, voleva conoscere nel dettaglio le strutture del club, e ovviamente guardare qualche partita delle squadre dell'Academy. A un certo punto a "rubare" la sua attenzione fu proprio un tredicenne McAtee, che fra centrocampo e trequarti si esibiva in giocate di classe, e usava il suo piede sinistro per giocate che rivelavano una visione di gioco fuori dal comune.
Dallo United al City
McAtee è nato a Salford, periferia di Manchester, nell'ottobre del 2002. Cresciuto nelle squadre giovanili del Manchester United, si trasferisce al City a 10 anni per volontà della famiglia, insoddisfatta dei metodi educativi applicati in zona Old Trafford. Negli anni successivi comincia a farsi notare al fianco di Cole Palmer, oggi forse il più luminoso prospetto dei Citizens, con già una decina di presenze in prima squadra e un gol in Champions, al Bruges. Centrocampista con spiccate doti offensive, McAtee sembra avere una sensibilità di tocco e un senso estetico superiori alla norma: merito forse di una madre danzatrice, che probabilmente gli ha insegnato anche quella piroetta con cui James esulta dopo ogni gol. Dribbling, colpi di tacco e di suola, tunnel non sono solo skills, non sono il vezzo di chi vuole imitare un video su YouTube o una giocata da PlayStation: sono parte integrante del suo DNA calcistico.
"The Salford Silva"
A Manchester, negli ultimi anni, si è creata una discreta attesa, anzi, una vera e propria "hype" attorno al nome di McAtee: i tifosi lo attendono come il nuovo "messia" del centrocampo; le voci sugli apprezzamenti dei giocatori più esperti, tra cui Gundogan, ammirato da quanto visto negli allenamenti, si sprecano. Sul web, poi, circola un video in cui il piccolo James dice di ispirarsi a David Silva: e allora ecco subito il soprannome perfetto, "the Salford Silva". Nell'estate del 2021, arriva l'investitura definitiva: Guardiola lo porta con sé in tournée e gli dà spazio in amichevole. Poi arriveranno l'esordio in prima squadra, con il Wycombe Wanderers in Carabao Cup, e anche quello in Premier, nel 3-0 dell'Etihad con l'Everton. McAtee è anche un pilastro dell'U20 inglese, con cui ha già accumulato 4 presenze e un gol.
Il rinnovo fino al 2026
In questi casi ci si barcamena fra due rischi opposti: "bruciare" il giocatore esponendolo agli errori e alle critiche troppo presto, perderlo a scadenza di contratto se, insoddisfatto dello scarso minutaggio, deciderà di migrare altrove. Guardiola vuole evitare soprattutto il secondo scenario, dopo averlo sperimentato in passato con giocatori come Brahim Diaz e Jadon Sancho. E allora parla con la famiglia di James - il padre è un ex giocatore di rugby, il fratello maggiore gioca a calcio nelle categorie inferiori - perché possano convincere James a rimanere a Manchester. Le offerte non mancano: si vocifera di interessamenti dalla Spagna e da altri club inglesi; e il contratto scade a giugno del 2023. Ma l'opera di persuasione ha successo, e McAtee firma un nuovo accordo che lo legherà ai Citizens fino al 2026.
Gli esperimenti di Pep
La partita di ritorno contro lo Sporting era poco più di una formalità per il Manchester City, dopo il 5-0 dell'Alvalade. Guardiola l'ha "usata" per alcuni esperimenti, come il debutto dal primo minuto del terzino destro classe 2003 CJ Egan-Riley, protagonista di un'ottima prestazione in sostituzione di Kyle Walker. In porta, poi, c'è stato l'ingresso in campo, al 73', di Scott Carson, portiere trentaseienne con una lunga esperienza in Premier, vice di Ederson dopo l'infortunio di Zach Steffen. Ma a rubare l'occhio è stato soprattutto McAtee, il cui ingresso in campo, insieme a quello di Mahrez, ha riacceso un City apparso troppo molle nella prima frazione. Personalità, corsa, sacrificio, ma soprattutto senso della posizione e inventiva: fra poco nessuno si domanderà più chi sia James McAtee.