Chi è diventato Sokratis Papastathopoulos
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Data: 08/12/2016 -

Chi è diventato Sokratis Papastathopoulos

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Buon mestierante al Genoa, sfiduciato al Milan. In Italia ricordato più per un cognome decisamente complicato piuttosto che per quanto fatto vedere in campo, soprattutto in rossonero. Oggi Sokratis Papastathopoulos si sta prendendo la sua grande rivincita, dopo una gavetta lunga cinque anni che gli ha permesso di scalare le gerarchie del calcio europeo. Da 'giocatorino' ad asse portante della difesa del Borussia Dortmund, degno sostituto di quel Hummels - oggi al Bayern - che proprio nel greco, nell'ultima difficile stagione di Klopp, aveva trovato supporto. E lo ha confermato anche contro il Real Madrid, in Champions League: uno dei migliori in campo, capace anche di contenere Cristiano Ronaldo. Oppure Lewandowski, contro il Bayern.

È cresciuto, Papa. Lo ha fatto in maniera progressiva, cominciando da mascotte di Dortmund - non può non stare simpatico, dopotutto - fino a diventare uomo chiave di tutto un reparto. Status: trascinatore. Silenzioso (e ora anche efficace), come è sempre stato. Mai una parola fuori posto, pochissime uscite sui giornali e dedizione, quella che aveva mostrato anche nel suo breve periodo in Italia. Del quale gli è rimasta la lingua, comunque, che ancora parla in maniera decisamente fluente. Sokratis è il giocatore giallonero più costante delle ultime stagioni e ha trovato un Tuchel un grande alleato, che gli ha consegnato le chiavi della difesa. E anche la fascia da capitano, indossata più volte in questa stagione.

Da timido a leone, l'evoluzione di Papastathopoulos non può che essere materia affascinante. E se vogliamo anche un piccolo rimpianto per l'Italia, che, ancora giovane, non ha saputo apprezzarne potenzialità e margini di crescita. Ora però, a 28 anni, si sta affermando in maniera inequivocabile tra i migliori difensori di tutta Europa, non solo tra i top del BVB. Milano, Genova, Brema, fino a stabilizzarsi in una realtà che gli ha dato coraggio. Sokratis ha ringraziato, prendendosi sulle spalle l'eredità di Hummels e tenendo il Borussia sul livello degli ultimi anni. È diventato grande, con il sudore e con la disciplina.



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