Un’analisi sulle giovanili bianconeri, tra prestiti per “farsi le ossa” e giovani del futuro. È quanto fatto da Federico Cherubini, vice direttore sportivo bianconero e direttore tecnico del settore giovanile, nonché braccio destro di Marotta e Paratici, in una lunga intervista in esclusiva per Tuttosport. Partendo ovviamente da chi si sta distinguendo in prestito con altre maglie: “Penso ad Audero, in un ruolo difficile come quello del portiere. Poi, a parte i vari Caldara, Spinazzola, Mandragora, c’è chi sta tornando alla ribalta dopo un calvario fisico come Margiotta, il simbolo del nostro progetto. A Losanna dove si è completamente ricostruito un’immagine, un valore e a suon di gol è seguito da club di primissima fascia come Young Boys e Basilea in Svizzera, ma è monitorato anche in Germania e Francia”.
Per agevolare la crescita dei giovani, secondo Cherubini le seconde squadre sarebbero un toccasana: “Ci sono ragazzi che trovano la consacrazione in breve tempo come Audero, invece Spinazzola è uno di quelli che hanno fatto un percorso più lungo e difficile. Bisogna avere pazienza di accompagnarli e aspettarli, altre volte rischi di perderli. Ecco perché noi invochiamo le seconde squadre, grazie alle quali si dimezzerebbe il numero dei prestiti e la maturazione dei ragazzi avverrebbe al nostro interno. Non solo. Si creerebbe una squadra competitiva con il valore aggiunto di fare un percorso veramente completo: se il Kean di turno fosse rimasto alla Juventus, avrebbe potuto allenarsi con la prima squadra, essere eventualmente a disposizione di Allegri, altrimenti giocare con la seconda squadra in B o in C. E addirittura nella Youth League. A quell’età è importante sfruttare il massimo dell’allenamento e ogni weekend giocare una partita competitiva. Ora Kean sta seguendo il suo percorso alla grande col Verona, ma se penso a tanti altri ragazzi...”.
All’estero la Juve per la crescita dei giovani ha una corsia preferenziale con alcune squadre: “Lo Zulte Waregem in Belgio, il Den Bosch in Olanda, il Losanna in Svizzera, addirittura abbiamo un contatto diretto con la signora Swarovski proprietaria del Wattens, club di serie B austriaca”.
E se nel Den Bosch dovesse nascere un nuovo Van Nistelrooy… “Penso che partiremmo in pole anche se sulla carta nulla vieterebbe al Den Bosch di venderlo altrove”.
Per quanto riguarda invece lo scouting giovanile: “È un’area che fa capo a Paratici, che la segue con grande attenzione e tiene con noi riunioni settimanali. C’è un responsabile per l’Italia, Mattia Notari, e uno per l’estero, Matteo Tognozzi, che fanno capo al supervisore Pablo Longoria. In Italia abbiamo circa 20 osservatori, più tre figure specifiche all’estero. Per i ragazzi fino ai 14 anni, che possono essere presi solo nella regione del club, ci basiamo sulle Academy sul territorio. Dai 14 anni in sù si possono tesserare ogni anno 10 ragazzi dalle altre regioni: li seguiamo nei club attraverso i nostri osservatori, che immettono le loro relazioni in un sistema informatico e Paratici le legge tutte. Poi mandiamo molta gente in giro, perché ci piace la sensazione dal vivo: l’osservatore, al di là della relazione informatica, deve telefonare ai responsabili e dire, ‘guardate che ho visto un ragazzo che mi ha colpito’”.
Anche Allegri stesso è molto attento alle giovanili: “Da quando il rifacimento del campo Ale&Ricky ha consentito alla Primavera di giocare allo Juve Center c’è il vantaggio della contiguità e Allegri, Marotta, Paratici, Nedved assistono spesso alle partite. A volte lo fanno anche i giocatori della prima squadra, che spesso vedono la Primavera in tv quando sono in ritiro”.
L’intervista integrale sull’edizione di oggi di Tuttosport.