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Data: 22/11/2016 -

Chelsea, Conte: "Fabregas e Oscar non si toccano. Juventus? Deve guardare ben oltre la serie A"

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Un mese fa si parlava quasi di esonero, adesso Antonio Conte è il re di Londra. Sicuramente lo è a Stamford Bridge, dove il coro a lui dedicato è ormai un leitmotiv delle partite casalinghe dei blues. Testa della classifica solitaria con 28 punti dopo 12 giornate, di meglio non gli si poteva chiedere.

"Sono contento soprattutto per i calciatori" - dichiara Conte nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport - "Il primo posto non è solo un premio per il nostro lavoro, ma indica anche che abbiamo intrapreso la strada giusta. Non dobbiamo però dimenticare che un mese e mezzo fa, dopo le sconfitte con Liverpool e Arsenal, il clima era cupo. Non sarà facile. In corsa per il titolo ci sono sei squadre: una vincerà, le altre tre andranno in Champions, le ultime due in Europa League. Questa Premier è forse la più difficile di sempre. Bisogna confrontarsi con Arsenal, Liverpool, Manchester City, Tottenham e Manchester United. Non esistono altri campionati al mondo con questi valori di eccellenza".

Trai i punti di forza del suo Chelsea ci sono Moses, Diego Costa e Hazard: "Moses? Ho colto le sue potenzialità dai primi giorni del ritiro estivo. Moses ha qualità importanti: tecnica, forza fisica, la capacità di coprire settanta metri di campo. Mi pare incredibile che uno come lui sia stato sottovalutato. Diego Costa, invece, è uno dei migliori centravanti del mondo. Per noi non è importante solo come uomo gol, ma anche per la disponibilità a lavorare per la squadra. I progressi nei comportamenti sono merito della sua applicazione. Ha capito che doveva crescere sul piano della tenuta dei nervi. Hazard? Il talento di Eden è fuori discussione. E’ un calciatore di livello mondiale e un bravissimo ragazzo. Ha una maturità sorprendente per la sua età. Ha già costruito una famiglia e ha appena 25 anni".

Capitolo mercato: "Difensore? La rosa attuale è completa. Il discorso è prematuro. Fabregas e Oscar? Gossip. Io non ho alcuna intenzione di mandarli via. Sono calciatori importanti per il Chelsea". La giornata tipo del manager Conte: "Alle 8 mi vengono a prendere a casa. Arrivo a Cobham alle 8.30, traffico permettendo. Si fa colazione con i giocatori, si organizza il lavoro, si guardano i video con la squadra e alle 10.30 comincia l’allenamento. Si pranza insieme ed è un piacere perché abbiamo un ristorante a 5 stelle. Nel primo pomeriggio c’è il lavoro di ufficio. La sera vado qualche volta a cena fuori, altrimenti sto a casa a vedere la televisioni".

Conte torna a parlare della Juventus: "Quando hai l’ottavo monte-salari del mondo devi guardare ben oltre la Serie A. La Juventus ha compiuto investimenti importanti che la collocano tra i club di dimensione internazionale. Champions? Quando hai una rosa come quella della Juve attuale devi avere grandi obiettivi. Scudetto? Nel calcio non c’è nulla di scontato, ma se poi la concorrenza ti vende Higuain e Pjanic, diventa tutto più facile". Nazionale? Quegli errori maledetti... : "Rimpianti? I rigori con la Germania. Avevamo il match point in canna. Se avessimo superato la Germania, sono convinto che saremmo arrivati fino in fondo. Quella Nazionale era un gruppo eccezionale. La squadra era un blocco unico, forte sia sul piano mentale, sia sul piano fisico. Avevamo superato la Spagna benissimo e costretto la Germania a giocare contro la sua natura".

Classica domanda: differenze tra calcio inglese e italiano? "In Italia si vuole tutto e subito. C’è grande fretta nei risultati, dimenticando invece l’importanza delle strutture. In Inghilterra andare allo stadio è un piacere. C’è sempre il tutto esaurito, c’è grande cura per lo spettacolo. Londra? Il lavoro mi assorbe completamente e Cobham è lontana dal centro della città. Londra è una metropoli internazionale con diverse anime. Ogni quartiere ha una sua storia e una sua identità. Il fascino di Londra è la convivenza di queste realtà diverse, spesso espressione di Paesi molto lontani".

In chiusura d'intervista Conte apre a un possibile ritorno in Italia: "Tornare? Sicuramente. Ma ora il mio presente e spero anche il mio futuro prossimo si chiama Chelsea. Voglio godermi fino in fondo questa nuova realtà".



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