Cagliari-Fiorentina, una partita che quest'anno non può essere come tutte le altre. Certo, ci sono degli obiettivi da raggiungere, l'Europa per la squadra di Pioli, la salvezza per i ragazzi di Lopez. Ma, soprattutto, c'è una persona da ricordare. Davide Astori ha giocato con entrambe le maglie. Sei stagioni in Sardegna, tre con il viola sulle spalle. Tanti gli amici lasciati da entrambe le parti, tanto il dolore che hanno provato le due squadre: "E' stata una giornata molto brutta, anche perché tutto è capitato durante il nostro riscaldamento".
A raccontarlo a Sky Sport è Diego Lopez. Già, quel maledetto weekend di campionato lo doveva aprire proprio il Cagliari. A Marassi, contro il Genoa: "Entro in campo e vedo il direttore Giovanni Rossi un po' strano. Gli chiedo cosa avesse, ridendo gli dico di non preoccuparsi, che dovevamo ancora iniziare la partita. Lui mi ha guardato e mi ha detto che non riguardava il calcio. Io ho insistito, e lui mi accenna qualcosa su Astori. "Che ha fatto Asto?", chiedo. In quel momento mi dice che è morto". Continua nel suo racconto Lopez, con un misto di dolore e di incredulità: "Mi ricordo il primo anno di Davide a Cagliari, era anche il primo di Allegri. Fece sei o sette partite da titolare, ma già nel secondo anno fece coppia centrale con me".
Passano gli anni e poi Lopez torna in Sardegna, ma questa volta come allenatore: "Me lo ritrovo vice capitano. Lo alleno due anni e lui si rivela il miglior giocatore che un allenatore possa avere. Mi diceva tutto quello che non gli tornava, era molto curioso, chiedeva tanto, si allenava sempre al massimo. Conoscendo i genitori abbiamo capito perché Asto fosse così". Già, perché nel frattempo i genitori di Davide hanno assistito a Cagliari-Roma direttamente dalla tribuna della Sardegna Arena: "Sono venuti allo stadio e ci hanno parlato - la chiosa di Lopez - la forza che hanno loro è immensa, hanno trasmesso tanto a tutti i ragazzi e anche a me".