Altra sconfitta per il Cesena, 0-2 nel posticipo della domenica contro l'Ascoli. Momento difficile per i bianconeri, con tanto di contestazione. E dopo la partita c'è stato il duro sfogo di Rino Foschi, che ha difeso l'operato della società: “L'allenatore deve far giocare la squadra e deve fare il suo lavoro – ha esordito - Deve far capire se ha stima in questa squadra, oppure se la ritiene scarsa deve domandarsi se è l'allenatore giusto per guidarla. Perchè può essere che non si adatta ai suoi modi di fare. Ma io posso solo descrivere due prestazioni, Cittadella e Ascoli. Io non posso dire se Camplone è a rischio, ora deve solo dimostrare che la squadra lo segue. Io sono orgoglioso di essere cesenate e di fare questo lavoro nella mia città. Sapete benissimo le difficoltà in cui lavoriamo e che in società ci sono dieci persone che hanno preso in mano una patata bollente. Contestarli è troppo facile, hanno fatto tutto il possibile. Sapete benissimo i sacrifici che hanno fatto, non si può andare oltre. Stanno facendo di tutto per tenere in piedi venti o trenta famiglie e per far sì che il Cesena resti in Serie B. Non si può criticare questa società, mi sono stancato. Sono due o tre estati che lo fate. Ma lo ripeto, questa società è stata lasciata con 54 milioni di debiti. E quando io ho lasciato questa società, per il funerale che ha avuto il nostro presidente, è stata presa in mano dal signor Campedelli e soci. Hanno fatto cinque anni di calcio, non sapendo fare calcio e hanno fatto dei debiti. Ora io sono bistrattato e criticato. Non abbiamo fallito, sono orgoglioso di quello che faccio e anche di vendere i calciatori più bravi. Siamo in regola, paghiamo gli stipendi grazie alla garanzie di questi signori che ci sono in società e che ci hanno messo la faccia. Questa contestazione, questa poca pazienza che c'è mi fa arrabbiare. La società non è in panne, fa quello che può fare con quel poco che ha. Ai tifosi che vogliono sostenere la squadra apro i cancelli, ma se contestano i presidenti contestano anche me. Lugaresi non c'entra nulla, la squadra la faccio io insieme al mio allenatore. Il presidente ha un solo difetto: quello di aver preso in mano questa squadra con 54 milioni di debiti. Io sono orgoglioso dei tifosi che ci sostengono. Sono orgoglioso del mio lavoro e di questa sofferenza, e così ci salveremo facendo il nostro dovere. Potete dire a una persona che ha sbagliato a far calcio, ma qui non ha mai rubato nessuno. E la comunicazione va corretta, sono vigliaccate. E ci fa dei danni, non ci fa lavorare con serenità. Io presi Ragusa, gli raccontai la storia del Cesena e trovò in ritiro una contestazione a Lugaresi. Lui mi disse 'direttore, meno male che è un'isola felice'. Io faccio il mio lavoro, ma queste cose devo dirle”.
Data: 24/09/2017 -