Arsenal, Barcellona e Chelsea. Ma soprattutto Spagna, tanta Spagna, con la quale Cesc Fabregas ha vinto tutto. Dal gennaio 2019 è il Principato di Monaco il presente del centrocampista, che si è trasferito in Francia dopo cinque stagioni e mezzo con i Blues.
“Volevo stabilità e continuità di rendimento – racconta Fabregas a Tuttosport – e il Monaco è stata la società che mi ha mostrato più interesse. Qui c’è un progetto interessante, quest’anno sono il più esperto in squadra e sono circondato da talenti. Mi piace molto questa cosa”.
Tanti giovani promettenti tra i quali Pietro Pellegri, che ieri è tornato al gol proprio grazie a un gol dello spagnolo. Ma nel 2006 fu proprio lo spagnolo a vincere il titolo più prestigioso per un under21 europeo, il Golden Boy.
“Vivevo questo riconoscimento come il Pallone d’Oro delle promesse e credo che per le nuove generazioni sarà identico. Quest’anno ha vinto Haaland e credo sia corretto, lui e Mbappé sono gli attaccanti del futuro. Per l’edizione 2021 credo che il favorito numero uno sia Ansu Fati”.
Tra i tanti allenatori avuti, secondo Fabregas quelli più attenti nel loro lavoro sono Mourinho e Guardiola.
“Tutti pensano che siano opposti, ma in realtà di opposto hanno solo lo stile di gioco. Come allenatori e modo di vivere il calcio sono identici, ovvero maniacali e vincenti. Loro due, ai quali recentemente si è aggiunto Klopp, hanno segnato un’era”.
Ma il numero 4 del Monaco è stato anche allenato da due italiani come Antonio Conte e Maurizio Sarri, e con quest’ultimo il feeling non era ottimale.
“Sarri puntava tutto su Jorginho, a me non bastava fare la comparsa. Così sono andato via. È una persona di cuore ma ha convinzioni molto forti a livello tattico, è superstizioso e molto difficile fargli cambiare idea. Una volta gli chiesi di spostare gli allenamenti dalle 15 alla mattina, perché per chi aveva figli come me era impossibile vederli. Lui ci disse che dovevamo allenarci a quell’ora perché una studiosa di Pisa aveva provato scientificamente che era l’orario migliore per allenare il corpo. Mah, sarà…”, conclude Fabregas.
L’intervista completa sulle pagine di Tuttosport