Ancora lui. Dopo la rete determinante per acciuffare il pareggio contro il Teramo, Daniele Celiento piazza una doppietta decisiva per superare in extremis la Cavese. "Non è la mia prima doppietta in carriera: diciamo che, pur essendo un difensore, mi piace provarci". Nel pomeriggio di Cava de' Tirreni, con sei attaccanti in campo tra formazione di partenza e sostituti, l'eroe del Bari ha la maglia numero 21 e gioca in difesa: si chiama Daniele Celiento. Nel 3-2 sul campo della Cavese il difensore acquistato dal Catanzaro in estate ha segnato il gol che ha aperto la gara e quello che l'ha chiusa. Al 90', quando il Bari era stato raggiunto da due minuti per la seconda volta dall'organizzata e grintosa squadra di Giacomo Modica e il risultato sembrava indirizzato verso il 2-2. Calcio di punizione violento di Citro, uscita imprecisa di Bisogno e Celiento è salito più in alto di tutti. Gol, abbracci e seconda vittoria esterna di fila per la squadra di Gaetano Auteri.
Merito di Daniele, il difensore goleador con dedica speciale: "Per mia moglie, in dolce attesa. La vittoria invece è del gruppo", racconta a fine partita con il sorriso di chi sa di averla fatta grossa. Alzi la mano chi in una squadra con Antenucci, Simeri, Marras, Candellone, Citro, D'Ursi e Montalto si aspettava Celiento capocannoniere del Bari dopo tre giornate: la doppietta di Cava, completata dal temporaneo 1-2 di Antenucci, fa la somma con la rete dell'1-1 di domenica contro il Teramo. "Bari ha un attacco formidabile, ma se posso dare una mano anche sotto porta, non mi tiro indietro" è la certezza del difensore classe 1994, pretoriano che Auteri ha voluto con sè - alla pari di De Risio - dopo l'esperienza di Catanzaro. Trattativa lunga, ma conclusa con la fumata bianca.
La vittoria di Cava - dove il Bari non aveva mai vinto nella sua storia - è speciale anche per l'allenatore di Floridia. Diventano infatti 300 i successi tra i professionisti, divisi tra i 237 in Lega Pro, 10 sin B, 47 tra Coppa Italia e Coppa Italia di C e altri tornei post season. Il primo successo era maturato l'1 ottobre 2000 quando allenava l'Igea Virtus e superò 1-0 la Puteolana. Venti anni dopo c'è la sua firma sul Bari che ama il rischio ma intanto è lì in vetta alla classifica, con 7 punti. "Abbiamo giocato una grande partita, sarebbe stato un delitto non raccogliere i tre punti - la soddisfazione dell'allenatore a fine gara - la Cavese è un avversario forte, che non molla mai".
Parola di chi ha già vinto questo campionato e sa che la strada è molto lunga ed è fatta della capacità di stare in bilico, sempre: "Non mi sento titolare nemmeno io" è il motto virtualmente affisso nello spogliatoio del Bari. Con vista su Viterbo, sede della prossima trasferta domenica. Dove Celiento arriverà da ex, ricordando la doppietta segnata in Arzachena-Viterbese del 3 settembre di tre anni fa, quando chiuse con il record di reti personali (5): "Ci aspetta un altro match di sacrificio, in un campo ostico che conosco bene per averci giocato due anni. Un gol dell’ex? Se servirà per raggiungere un altro risultato pesante ci proverò".