31 Marzo 2019. Allo stadio Simonetta Lamberti di Cava De' Tirreni va in scena Cavese-Catanzaro. Sembra una partita come tante altre. Entrambe le squadre hanno assoluto bisogno di vincere: il Catanzaro per continuare a coltivare il sogno Serie B, la Cavese per rimanere aggrappata al gruppone playoff. Per la cronaca, la partita verrà vinta dagli ospiti per 2-0.
Ma il momento più toccante della sfida è al minuto 22, quando Andrea Signorini del Catanzaro lascia il campo per infortunio e tutto lo stadio applaude. Avversario per un giorno, ma figlio adottivo di Cava. L’indimenticato papà Gianluca, infatti, proprio con la maglia della Cavese nella stagione 1984-85, spiccò il volo verso il grande calcio.
"Tra Scirea e Baresi, l'anello di congiunzione del libero moderno si può ritrovare in questo giovane pisano che sta vistosamente crescendo nelle serie minori". Così scrivevano i giornali nell'autunno del 1984, quando Gianluca Signorini divenne il fiore all'occhiello della campagna acquisti di una Cavese vogliosa di riprendersi la Serie B lasciata appena un anno prima. Il difensore all'epoca ventiquattrenne arrivava a Cava con una discreta esperienza e pronto a fare il grande salto. La Cavese era fra le favorite per la vittoria finale, ma la stagione fu tutt’altro che semplice.
Quella Cavese ottenne la salvezza a due giornate dal termine della stagione e Signorini venne acquistato dal Parma di Arrigo Sacchi, che in due anni vinse il campionato di C e si tolse lo sfizio di eliminare dalla Coppa Italia il neonato Milan di Berlusconi. Si dice che quando Sacchi arrivò al Milan, mostrò a Baresi le videocassette della difesa del suo Parma, guidata da Signorini, per studiarne i movimenti.
Di generazione in generazione. "Un onore vederti indossare la maglia blufoncè della Cavese: indimenticabile Gianluca Signorini". Recita così la targa consegnata al figlio Andrea dalla società campana il giorno prima del match. L’attuale difensore del Catanzaro (classe 1990), di Cava, ne aveva sentito parlare solo nei racconti di papà Gianluca.
E come lui, anche Andrea sogna di poter affermarsi in Serie A: “Il mio babbo è arrivato tardi in massima serie, ma è diventato capitano del Genoa”. Da Cava al calcio che conta. Adesso allo stadio Lamberti ci è passato anche Andrea Signorini. Fra applausi e commozione, perché il ricordo di papà Gianluca - morto il 6 novembre 2002 a causa della SLA - resterà per sempre nel cuore dei tifosi della Cavese.
A cura di Alessandro Gardella