La sfortuna di dover dire addio al proprio lavoro, al proprio sogno coltivato fin da bambino per cause di forza maggiore; la forza di rialzarsi ancor prima di cadere. E con che risultati! Dopo il problema cardiaco riscontratogli in estate (blocco atrio ventricolare parossistico da sforzo) che l’ha costretto all’addio forzato al calcio giocato, Andrea Catellani non ha perso tempo. Ha voltato immediatamente pagina. Ragazzo intelligente e determinato, Andrea. Ha sempre saputo come il calcio per lui fosse una vera e propria ragione di vita: impossibile farne a meno. Da qui la decisione di continuare in questo mondo ma con un ruolo completamente diverso. Da giocatore dell’Entella a dirigente biancoceleste. Non solo: ha deciso di iscriversi al corso per ds a Coverciano e dopo 144 ore di lezione ecco i risultati della prova finale: promosso… a pieni voti! 110 e Lode per Catellani, con tanto di borsa di studio. Il classe ’88 è stato infatti uno dei tre ‘studenti’ più meritevoli e capaci di conseguire questo premio che consentirà loro il rimborso quasi completo del corso. “Sono contentissimo, è l’obiettivo che mi ero prefissato ed è il conseguente premio a questi anni di carriera in cui ho studiato cercando sempre di aggiornarmi – ha dichiarato in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com Catellani stesso, fresco di 110 e lode -. Ho voluto organizzare le mie conoscenze ed è stata un’esperienza di crescita incredibile poter stare a contatto dei migliori direttori sportivi europei, dai quali ho cercato di apprendere più possibile”.
Titolo della tesi: ‘Da calciatore a direttore in 24’. Non poteva essere altrimenti vista l’esperienza vissuta da Catellani stesso in questi ultimi mesi. “Ho voluto raccontare il mio passaggio forzato parlando delle mie conoscenze e competenze da calciatore disciplinato. Non mi è mai pesato studiare. Nemmeno da ragazzo, quando ho conseguito il diploma da perito informatico, anche se non riuscii poi a portare a termine la laurea dopo essermi iscritto a Scienze della Comunicazione ed aver sostenuto qualche esame”. Ma non chiamatelo ‘secchione’. “Il segreto è stato partecipare in maniera attiva alle lezioni in classe. Ci hanno dato nozioni importanti che mi hanno permesso di conseguire un voto così. Ho avuto compagni eccezionali, poi. Siamo diventati una vera e propria squadra. È stato un grande piacere condividere questo mio percorso con questi ragazzi perché ho imparato qualcosa da ciascuno di loro visto che ognuno di noi arrivava da esperienze molto differenti”.
Un risultato così importante non può che avere una dedica più che speciale: “La mia vita ruota attorno a mia moglie Lara e ho pensato subito a lei non appena appreso questo grande risultato. È andato a lei il mio primo pensiero e non smetterò mai di ringraziarla per l’appoggio che è riuscita a darmi in questi mesi difficili che tuttavia sono volati via serenamente. Volevo dedicare un ringraziamento speciale anche al presidente Gozzi che mi ha permesso di intraprendere questa nuova strada in una società come l’Entella, regalandomi un’incredibile opportunità di crescita”. Ma guai a considerare tutto ciò un traguardo. Anzi, “è un nuovo punto di partenza perché riprenderò subito a studiare e ad informarmi per incrementare la mia cultura. Oggi un bravo direttore secondo me deve avere conoscenze che possono spaziare dal campo alla tecnologia e non solo. Bisogna approfondire sempre più per essere un manager preparato a 360°. Di certo non vorrò intraprendere la strada da allenatore e nemmeno da semplice scout”. Anche se il sogno è “poter gestire un giorno in prima persona una squadra ma credo che non sarò mai solo al comando perché al mio fianco vorrei collaboratori fidati coi quali costruire a mia volta una squadra. Secondo me è proprio la collaborazione e l’intesa all’interno di un team a fare la differenza”.
E niente rimpianti per una carriera che sarebbe potuta finire diversamente se non si fosse frapposto un problema del genere: “Sinceramente non mi pesa aver appeso gli scarpini perché la mia carriera è dovuta terminare per forza di cose e davvero, non ho rimpianti. L’unica cosa che mi manca è il contatto col pallone: appena ne vedo uno mi viene voglia di prenderlo e mettermi a palleggiare. Ma ora bisogna guardare avanti”. Magari prendendosi prima un piccolo momento di pausa per dedicarsi all’altra passione di sempre accantonata per motivi scolastici: la pesca. “Purtroppo mi ci sono dedicato un po’ meno ultimamente perché mi sono concentrato unicamente sulla mia nuova professione ma presto ci sarà tempo anche per tornare a pescare”, continua Catellani ridendo.
Scherzi a parte, da domani si torna subito al lavoro riprendendo a macinare kilometri tra Lerici (dove risiede) e Chiavari (dove lavora), al servizio della sua Entella: “Ho la fortuna di poter seguire la squadra quotidianamente accanto a direttori come Superbi e Matteazzi che mi stanno insegnando davvero tanto. Dal canto mio, cerco di presenziare a più partite possibile per dare una mano sotto l’aspetto tecnico mettendomi a loro completa disposizione. Cerco di dare il mio parere ma non ho la presunzione per poter dire di aver già scoperto qualche talento”. Ma conoscendo il soggetto in questione, sarà solo questione di tempo. D’altronde i primi risultati della sua nuova carriera parlano già chiaro: per Catellani un nuovo inizio da… 110 e Lode!