Casa, o più semplicemente Roma. Parte da qui il lungo viaggio nel mondo del calcio di Marco D'Alessandro, con un presente nel Catanzaro e un futuro da...Ds. Ma andiamo con ordine, perchè gli inizi, eccezion fatta per un piccolo passaggio alla Lazio, ci riportano a due colori in particolare, il giallo e il rosso, nel passato e nel presente: "Tutto inizia nella squadra del mio quartiere, prima della chiamata della Lazio. Ho vissuto il passaggio da Cragnotti a Lotito, un momento dopo mi sono ritrovato alla Roma, che per me significa casa", racconta a gianlucadimarzio.com.
Un legame indissolubile, che ritorna anche quando la distanza è ormai tanta, e porta a una data ben precisa, il 21 marzo 2009: "Un ricordo indimenticabile, la Roma veniva da un periodo difficile e Spalletti mi parlò a fine allenamento facendomi capire che avrei potuto avere qualche opportunità durante la gara. La partita andò male a livello di risultato, ma io ero l'unica persona contenta all'interno dello spogliatoio. Avevo appena fatto l'esordio in Serie A con la mia squadra del cuore". Poi, però, arriva anche il momento in cui bisogna fare la valigia, partire per crescere e trovare la propria dimensione. Avventure, alternate a un'esperienza significativa, l'Atalanta: "Ho vissuto tutta la loro crescita, ogni anno veniva aggiunto un tassello in più. Dalle strutture fino all'organizzazione, questo ti fa capire che dietro c'è stato un lavoro incredibile. Adesso si da tutto per scontato, ma Gasperini ha realizzato un capolavoro".
Legami
Nella carriera di Marco D'Alessandro c'è, però, anche un momento in cui forse tutto cambia. Parliamo di Monza e del Monza, ma soprattutto di una figura in particolare, Adriano Galliani: "Ho conosciuto una realtà incredibile, ancora oggi faccio il tifo per loro. Avere a che fare con personaggi come Galliani o Berlusconi, che si rapportavano a noi calciatori con grande umiltà, è stato davvero emozionante, ma c'è di più". Si, perché il presente parla di una carriera ancora da completare, mentre sullo sfondo un episodio ha già fatto nascere nuove idee per il futuro: "Ricordo una gara playoff con il Cittadella, avevamo appena perso 3-0 e mi sarei aspettato una sfuriata da parte di Galliani. Invece, quasi a sorpresa, entrò nello spogliatoio e cercò di trasmetterci ancora più fiducia. Parliamo di un dirigente che ha vinto tutto, avrebbe potuto mandarci tutti via e invece ebbe quella reazione così pacata. Questo espisodio mi ha poi spinto a iniziare a studiare da Ds".
Studio, passione, ma Marco è anche un calciatore che sa farsi volere bene: "Ricevere gli applausi in occasione del mio ritorno a Pisa con il Catanzaro mi ha fatto davvero piacere. Quando smetterò di giocare a calcio ripenserò sempre a questi momenti, ricordi indelebili di una città che mi è rimasta nel cuore". Squadre, cambiamenti, obiettivi, ma attenzione a parlare di difficoltà: "Alla SPAL mi sono rotto il crociato proprio nel momento in cui stavo iniziando a fare bene, sicuramente è stato un brutto momento ma io per carattere sono sempre una persona positiva. Non mi piace pensare alle difficoltà". E poi i ricordi, a tinte giallorosse, che ritornano costanti e carichi di emozioni anche nel momento più bello, il goal: "Ho a cuore la rete messa a segno contro la Roma, perché è la squadra che tifo e le emozioni sono sempre forti. E poi quello con l'Inter, mi spiace per Spalletti (ride, ndr) mi ha fatto esordire in Serie A e poi gli ho fatto goal da avversario. Assist di Pietro Iemmello, ora mia compagno al Catanzaro".
Catanzaro, tra ricordi e futuro
"A Catanzaro c'è una società presente, ambiziosa, che vuole crescere ancora. Dalle strutture fino ai dirigenti, poi il Presidente Noto è una persona fantastica. Empatico, ascolta e si prende cura di tutto. È una città che vive per il calcio, ti fa sentire un calciatore importante". Un presente che parla quindi di una realtà che ha fame di calcio, passionale e viva. Unione inaspettata, arrivata quasi a fine calciomercato, che adesso intende accedendersi definitivamente. Il passato, invece, è una dimensione che non porta rancori o rimpianti: "Sinceramente non ne ho, forse avrei potuto lavorare di più sull'aspetto realizzativo ma in generale sono contento così. È inutile provare rimpianti".
Fuori dal campo, poi, c'è una passione a spicchi, che spesso lo tiene sveglio per tutta la notte: "Sono un grande appassionato di NBA, nonostante l'altezza (ride, ndr) ci gioco spesso, faccio anche le nottate quando posso. Ero un fan accanito di Carmelo Anthony, tifavo i New York Knicks per lui". Il finale, ovviamente, non può che riportarci alle origini: "Ranieri si o Ranieri no? Sono tanto dispiaciuto per De Rossi perché per me è stata una scelta sbagliata mandarlo via, ma sono sicuro che Ranieri rimetterà le cose al posto giusto". Legami, intrecci, ritorni e ricordi, il lungo viaggio di Marco D'Alessandro prosegue mentre, all'orizzonte, un incontro speciale ha già fissato una nuova meta da raggiungere.