Per i tifosi italiani, Luc Castaignos rimarrà sempre il ragazzino talentuoso arrivato a Milano. Nonostante quello che è successo, la memoria è rimasta a quella sua immagine. Viste le premesse, poteva fare molto di più. L’ultima stagione al Feyenoord parlava chiaro: 15 gol in 34 presenze. Eppure con l’Inter non è mai riuscito a esprimere tutto il suo potenziale. Ma cosa c’era davvero dietro quel talentino? "A quell’età se non giochi tanto è normale lasciare la squadra", ha raccontato Castaignos ai nostri microfoni. "Quando giocavo era per rimpiazzare attaccanti come Milito ed Eto’o e queste "eredità" mi sono pesate. Non era il momento giusto per me per giocare lì".
L'Inter del Triplete e quell'aneddoto con Sneijder
Ma l’Inter, reduce dal Triplete, lo voleva a tutti i costi. "È successo tutto in fretta. Volevano che arrivassi già a gennaio, ma prima volevo finire la mia stagione in Olanda. Ero ancora troppo giovane e stavo segnando tanto". Alla fine l’attaccante arriva nel giugno del 2011. "Ho rischiato perché un interesse del genere non sai se tornerà".
Con i nerazzurri non solo rimpianti però. "È stata una bellissima esperienza in quella che al tempo era la squadra più forte del mondo. Poi amo l’Italia, mi è sempre piaciuto come Paese. Lì la vita ruota attorno al calcio". All’ombra della Madonnina ha potuto giocare anche con uno dei suoi idoli. "Sneijder per me era intoccabile. Era dominante in tutto quello che faceva, soprattutto un maestro delle punizioni". L’olandese lo ha preso subito sotto la sua ala protettiva. "Quando sono arrivato e ho firmato, Sneijder era lì con Ausilio per darmi il benvenuto. Mi ha dato subito una mano, è stato molto carino con me".
Castaignos: dal rapporto con Coutinho alla rinascita in Germania
"In quello spogliatoio, si pensava solo a vincere". Ma spazio anche ai talentini come lui. "Con Obi e Coutinho eravamo molto legati. Il brasiliano già ai tempi era incredibile, poteva fare quello che voleva. Se avesse giocato di più, avrebbe fatto il triplo di quello che ha fatto fino a oggi". La stessa sorte che purtroppo è capitata a Castaignos. "Per quello sono tornato in Olanda, per avere più spazio e tornare a giocare". Anche perché "quando sei giovane in testa hai solo la voglia di giocare e di raggiungere i tuoi obiettivi".
Prima il Twente, poi l’Eintracht Francoforte, dove l’olandese ritrova la sua forma. "Dopo l’Inter stavo facendo benissimo: giocavo e segnavo in uno dei migliori campionati del mondo". Poi l’infortunio alla caviglia. "Probabilmente non avrei lasciato Francoforte a quel tempo, potevo rimanere lì per recuperare. Non sono più stato quello di prima". E l'Italia era anche tornata a bussare alla sua porta (CLICCA QUI per leggere i dettagli).
La seconda giovinezza
Un pensiero sulla sua carriera? "Poteva andare molto meglio, poteva essere diversa". Ma il tempo del ritiro è ancora più che lontano. Ora c'è la nuova avventura al Magdeburgo, nella Serie B tedesca. "Sono convinto che posso ancora dare qualcosa. Non ho dubbi. L’ho già dimostrato, devo solo trovare l’ambiente giusto". L’eterno ragazzino talentuoso non vuole smettere di sognare una seconda giovinezza.