Sono 474 i giorni senza calcio di Antonio Cassano. Doveva tornare a Verona, ma così non è stato, e adesso? Fantantonio si racconta alla Gazzetta dello Sport, tra passato e futuro: "Chi sa giocare può stare anche fermo però mi sono dato un termine. Se non arriva la chiamata giusta entro settembre smetto. Sono senza agente: chi mi vorrà saprà come contattarmi. Per adesso ci sono Entella o Cagliari, nient'altro. Con Gozzi ho un rapporto che va al di là del calcio. A gennaio c’era stata una stretta di mano però poi non me la sono sentita di andare in B. L’ho spiegato anche a lui, mi ha capito. E lo ringrazio. Ora sono pronto: portare in A l’Entella diventerebbe il mio sogno. A Cagliari invece ritroverei Tibaudi, il mio preparatore storico: lui sa come allenarmi. E poi io amo la Sardegna e la sua gente, ci vado in vacanza ogni anno. Con Giulini c’è stima e simpatia reciproca. Pentito per Verona? No. Non era scattata la scintilla. Dopo 34 giorni ho detto a Pecchia che volevo andare via, mi sentivo come un pesce fuor d’acqua: tutti giovani, non era l’ambiente ideale per me e ho preferito lasciare subito e non a campionato iniziato. E non è un problema fisico: in 15 giorni avevo perso 7 chili. Basta chiedere al Verona: i risultati dei test sono lì. A 25 anni avevo un’altra forza fisica e mentale, a 35 non ce l’ho fatta a ripartire completamente da zero. A Verona mi sentivo un alieno. Ma non ho mai pensato di lasciare il calcio davvero. Questo è il mio mondo. Cassano è un uomo felice. Molto felice. I figli e la famiglia vengono prima di ogni cosa. Non sono né pazzo né depresso, sono coerente: a Verona non mi trovavo bene e sono andato via. Non ho mai preteso di dare insegnamenti morali ai giovani ma verrò ricordato come un grande calciatore, ne so no certo. E poi quanti calciatori sono citati nella Treccani? Io ci sono. Lo sa che nel film “Notte da Leoni” c’è un scimmia che sfoglia un quotidiano russo: su quel giornale in prima pagina c’è Cassano. Chi le è stato vicino? Ne cito soltanto tre. Allegri, Ausilio e Palmieri. E ho ricevuto una telefonata speciale: quella di Urbano Cairo. Mi ha detto: “Ti stimo come persona e come calciatore”. Se un presidente come Cairo mi chiama solo per dirmi questo significa che in questi anni qualcosa di buono l’ho fatta, sia in campo che fuori".
E' l'estate dei certificati: "I controlli medici sono una cosa importante e mi fa piacere che siano diventati più seri: io sono in vita grazie al dottore del Milan, Tavana. Comunque per andare via da un posto ho sempre agito in prima persona, assumendomi la responsabilità, non mi sono mai nascosto dietro un foglio di carta. Roma-Inter? Tiferò Inter e credo vincerà. In panchina l’Inter quest’anno ha un genio: Spalletti. Lui può battere la Juventus che è sempre la più forte. In nerazzurro ho giocato solo un anno ma sono rimasto interista dentro. Icardi o Dzeko? Dzeko gioca a calcio e segna, Icardi lavora poco per la squadra. Schick? E’ più forte di Dybala e per le sue caratteristiche gli consiglio di andare all’Inter. Campionato? Dico Inter davanti a Juventus e Napoli. L’Inter ha fatto un mercato intelligente e non aveva bisogno di Sabatini. Skriniar è un fenomeno, mi bastarono pochi allenamenti alla Samp per capirlo. Lui, Borja Valero e Vecino sono colpi di Ausilio. Bonucci è diventato forte grazie a Barzagli e Chiellini. Piuttosto è grave la partenza di Dani Alves. Ha detto che lo spogliatoio Juve era triste, evidentemente non mi sbagliavo quando dissi che alla Juve erano dei soldatini. Montella è bravo e il Milan ha speso tanto ma San Siro non è per tutti. Il Napoli gioca sempre con gli stessi 11 e ha un solo modulo: troppo ripetitivo, è an che il suo limite. In Serie A c’è un campione assoluto, Higuain. Poi gli altri. Sul podio metto Insigne e Dzeko. Mercato pazzo? Neymar vale i 220 spesi dal Psg. Se Belotti vale 100 milioni allora Suarez ne vale 500. Pure Dybala ne vale 100? Per me non può giocare nel Real o nel Barcellona. La 10 a Insigne? Io e Lorenzo siamo molto amici ma ero più forte e siamo diversi: io tutto estro e fantasia e svariavo nel campo, lui ha necessariamente bisogno della fascia, di giocare in un 433 largo a sinistra. I numeri non dicono nulla: prendere la 10 di Maradona gli creerebbe solo problemi. Il futuro dell'Italia in buone mani? No. Nel 2003 quando arrivai in azzurro gli attaccanti erano: Cassano, Totti, Del Piero, Vieri e Inzaghi. C’è una bella differenza credo".
Totti dirigente? "Che impressione vederlo in giacca e cravatta. Doveva giocare ancora. Anche Buffon, vada avanti: è il numero uno. Quando avrò smesso rimarrò comunque nel mondo del calcio e potrei fare il direttore sportivo. La mia Top11? 4231. Neuer, Dani Alves, Sergio Ramos, Hummels e Alaba in difesa. In mezzo Modric e Iniesta. Poi Cristiano Ronaldo, Messi, Neymar. Punta Suarez. Allenatore Allegri. Neuer è il portiere più forte di tutti i tempi. Dani Alves dà qualità come nessun altro, con Sergio e Hummels non si passa e Alaba ha passo. In mezzo Modric e Iniesta: Andrés forma con Messi e Xavi il trio di più forti per me. Ronaldo è una macchina perfetta, Messi il più grande, Neymar lo metto ma ha fatto un errore ad andare al Psg. Suarez è il 9 più forte del mondo. Allegri? Il ruolo più delicato. Lo merita: gestisce alla perfezione i fenomeni. Dà due tre indicazioni e poi spazio alla tecnica. In questi giorni si sta allenando? Vuol sapere quanto peso? 88 chili. Corro, niente pallone. Ma la tecnica non si dimentica".