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Data: 15/12/2017 -

Caso Donnarumma, il parere di quattro ex portieri del Milan: da Galli ad Amelia, passando per Albertosi e Ielpo

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Donnarumma e un futuro tutto da stabilire: ci risiamo. Dopo una tregua di qualche mese, successiva al rinnovo di contratto fino al 2021 con il Milan stipulato nel Luglio scorso con ingaggio notevolmente ritoccato, le voci su una discordia tra club e procura del giocatore riguardo al mancato deposito della società rossonera della clausola inserita nell'accordo con il portiere (sottoscritto, secondo l'entourage, "sotto violenza morale") hanno portato la questione ad un nuovo, intrigante episodio. Dopo il post su Instagram di ieri di Gigio, volto a negare ogni tipo di pressione subita al momento della firma, e la replica di Raiola alle dichiarazioni di Mirabelli, la vicenda è ora pronta a vivere nuovi capitoli, con il dialogo tra l'agente del giocatore e Fassone sempre vivo alla ricerca di un'intesa, nella speranza di tutti, definitiva: sulla questione, ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport", hanno voluto esprimersi anche quattro ex portieri del passato rossonero, a partire da Giovanni Galli.

"Non è giusto che tutto ricada sulle spalle di un diciottenne, anche perché chi ci dice che abbia davvero autorizzato le lettere all’avvocato? Dalle sue prestazioni o dagli atteggiamenti non ho mai percepito malcontento. Intendo ribellarmi a un punto, e cioè che gli sportivi siano dei tonti. Puoi sbagliare una volta, se sei giovane. Ma non due e non sulla stessa questione. Se il tuo manager riporta un pensiero contrario al tuo sei libero di querelarlo. A meno che lui stesso non conosca cose che nessuno sa…Mi dispiace, ma se ogni sei mesi siamo a questo punto ce ne faremo una ragione. Il Milan ha vinto sette coppe dei campioni anche senza Donnarumma. Se il discorso riguarda i soldi è sbagliato alla base: se Gigio guadagna quasi sei milioni all’anno, Buffon dovrebbe prenderne venti. Se il discorso riguarda la competitività della squadra, pure: il Milan è settimo, ma tu ne fai parte".

Parola poi a Marco Amelia: "Gigio ha bisogno di ritrovare serenità. E la serenità si trova quando si hanno le idee chiare. Una soluzione esiste sempre, e la si trova con buonsenso, volontà e dialogo. Se decidessero di proseguire insieme, sarebbe necessario appianare definitivamente tutte le divergenze per evitare ulteriori strascichi dannosi per la società, per la squadra e per il giocatore. Se viceversa le strade si dovessero separare, diventerebbe indispensabile chiarire le circostanze che hanno portato alla separazione anche a beneficio dei tifosi. Ruolo ed età però non c’entrano. A vent’anni Ibra rifiutò di fare un provino con l’Arsenal di Wenger: Gigio deve scegliere con attenzione ciò che ritiene sia meglio per sé e per il suo futuro, senza dimenticare che la maglia del Milan ha un valore e una storia che vanno rispettati. Chi lo critica gli sta dimostrando quanto tiene a lui".

Più duro, sulla propria posizione, Ricky Albertosi: "La situazione è assurda, è impossibile che un diciottenne con quei guadagni si faccia manovrare cosi. Dica chiaramente che vuole restare. Siccome Raiola è un signor procuratore che gli ha fatto guadagnare 6 milioni all’anno per i prossimi quattro è giusto lo tenga al suo fianco: ma uno che guadagna quei soldi deve essere bravissimo, neanche Buffon ha uno stipendio come il suo. Donnarumma è già bravo ma deve diventarlo ancora di più. A 18 anni mi rode pensare che abbia personalità per difendere la porta e guidare la difesa e non per prendere una posizione netta fuori. Dica chiaramente: “Voglio restare qui!”.

Chiusura affidata a Mario Ielpo: "Giocare coi fischi dei tifosi, specie per un portiere, è complicato. Il portiere è un solista, è vicino alla gente e ha tempo per pensare a cosa gli succede intorno, visto che in partita non è sempre coinvolto. Mettere in discussione un contratto appena firmato, se così fosse, è certamente ingiusto. Come lo è imporgli di lasciare il suo procuratore, è una scelta personale. Quello che gli si può chiedere è massima chiarezza: dica che la sua parola è quella che sta scritta sul contratto e basta. Ma è anche vera un’altra cosa: se vale sei milioni all’anno deve stare nei top-club al mondo, come i pochi suoi colleghi che hanno quei compensi. Se il Milan torna in alto bene, altrimenti Gigio se ne andrà: certo, c’è modo e modo di farlo".



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