Ha lasciato il Real Madrid tre anni fa ma non ha smesso di vincere. Dopo aver battuto nuovi record nel corso della sua esperienza con la maglia del Porto, Iker Casillas ha conquistato domenica anche il titolo di campione di Portogallo. Un nuovo trofeo in una carriera vincente e ricca di soddisfazioni. I momenti difficili non sono però mancati: prima a Madrid, quando il rapporto con José Mourinho lo ha spinto ai margini del gruppo prima e lo ha convinto a dire addio al club della sua vita poi; e nemmeno in Portogallo, dove alcuni lo vedevano ormai come un giocatore finito.
E’ tempo di rivincite per il portiere spagnolo, che ai microfoni di Cadena SER ha raccontato come ha vissuto la vittoria del campionato ma è anche tornato sul suo passato nella LIga: “Più passano gli anni più diventa importante vincere altri titoli, è come un ‘benzina’ nuova per la tua carriera. Se passi troppo tempo senza vincere la tua adrenalina cala. Mi piacerebbe continuare ancora un altro anno ma mi godo il momento e penso al presente. Il calcio è stato molto generoso con me”.
“Il Real Madrid non mi manca - ha aggiunto il portiere - è una tappa della mia vita che ormai è finita e che mi ha dato tutto. Ho giocato grandi partite, ho conquistato trofei, ho raggiunto la Nazionale. Sarà sempre grato al Madrid, continuo a essere madridista e mi piace veder giocare la squadra. Come va in Portogallo con la stampa? La mia è una situazione atipica e con il tempo le cose si vedono in maniera diversa. Quando avrò 40 o 50 anni magari parlerò tranquillamente, ora no”.
Il futuro? “Sto bene, nella vita bisogna prendere delle decisioni e a volte puoi anche pentirti per ciò che hai fatto. Sono grato al presidente Pinto da Costa, al club e alla gente che mi ha dato grande affetto qui a Oporto ma devo riflettere su cosa farò in futuro: mi metterò seduto, penserò e deciderò. Il Porto ha la priorità perché come sto qui non starei da nessuna altra parte e il presidente lo sa. Non ho fretta, in un momento per me difficile sono stato accolto bene e non lo dimentico. Tornare a Madrid dopo il ritiro? Non so, cerco di giocare il più possibile”.
Casillas non dimentica nemmeno i momenti più complicati della stagione: “La vita è una sfida continuare e nel calcio sei sempre esposto a questo tipo di situazione. A tutti piace giocare ma a volte devi stringere i denti e continuare a ritagliarti il tuo spazio. E’ positivo perché a 36 anni allenamenti e giocare mi motiva a superare i miei stessi limiti e a provare a convincere l’allenatore. Anche quando non giocavo ho contenuto a supportare la squadra facendo il mio dovere, siamo 25 e non è facile per nessuno ottenere un posto in squadra”.
Il portiere spagnolo conclude poi parlando della Nazionale spagnola: “E’ una delle favorite per la vittoria finale al Mondiale in Russia. Ha i giocatori per trionfare, credo che arriverà come minimo in semifinale”. Per Casillas sarà il primo Mondiale da spettatore? “Sarà certamente diverso - conclude il portiere - non ho ancora convinto Lopetegui a convocarmi. Sarà un’esperienza in più nella mia vita ma non mi sono ritirato dalla Seleccion. Solo che il ct punta su altri compagni e lo rispetto. Ma io sogno di tornare, per ritirarmi davvero e dire ‘sono arrivato fino a qui’”.