Trenta giorni per inseguire un primato atteso venticinque anni. E poco importa se è durato meno di una settimana. Il 30 novembre, alle ore 23 circa, dopo due pali dell’Inter, il Napoli di Maurizio Sarri ha conquistato il primo posto della Serie A. Lo ha fatto al termine di un mese entusiasmante in cui ha stracciato record, ha abbattuto luoghi comuni, ha tagliato traguardi e ha ammirato, soprattutto, i gol di Higuain, artefice principale – al pari dell’allenatore – di una stagione vissuta controvento ma che ora ha ribaltato pronostici e spazzato via dubbi e perplessità varie.
Novembre è il mese della prima volta: di quella assoluta per i più piccoli e di quella “nuova” per chi, ormai adulto, ricorda con estrema lucidità i fasti di Maradona,ma attendeva ugualmente con ansia di poter rivivere determinati momenti. In campionato, ad eccezione dei pareggi contro Genoa e Roma, il Napoli ha trionfato tre volte: Udinese, Verona (sfatando il tabù “medio-piccole”) e, appunto, Inter al San Paolo, nella notte consegnata di diritto alla storia. Due volte Higuain, il ritorno dei nerazzurri con Ljajic e, nel recupero, i due legni colpiti da Jovetic e Miranda (decisivo Reina). Al novantesimo festa grande e primato solitario durato, però, appena sei giorni, interrotto dall’inaspettato ko di Bologna. In Europa League la qualificazione ai sedicesimi (con matematico primo posto) è stata raggiunta già il 5 novembre dopo la vittoria casalinga contro il Midtyjlland (5-0), terzo dei sei successi raccolti nella fase a gironi da Hamsik e compagni.
Il Napoli di Sarri reclama spazio tra le novità assolute della nuova Serie A. Ha sorpreso tutti per due motivi: per la coraggiosa “scelta Sarri” dopo l’addio di Benitez, e per la partenza stentata in campionato. Due punti in tre partite, i mormorii dei tifosi, le pressioni della piazza ma anche la fiducia – incondizionata – di De Laurentiis verso il suo allenatore. La vittoria contro il Bruges, prima gioia stagionale, è coincisa col cambio modulo (dal 4-3-1-2 al 4-3-3) e, inevitabilmente, ha spianato la strada ad un filotto di risultati positivi durato ben diciotto partite. Bel gioco, difesa solida, centrocampo efficace, attacco super. E Higuain sul podio dei marcatori: l’argentino, rigenerato da Sarri, ha già realizzato 18 reti in 21 presenze stagionali. È lui il fuoriclasse di una squadra che gira alla perfezione grazie all’imprevedibilità di Insigne, alla generosità di Callejon, alla grinta diAllan, alla classe di Hamsik e alla personalità di Reina. Al comando, entusiasta come un bambino, l’ex allenatore di provincia che oggi guarda (quasi) tutti dall’alto.
di Fabio Tarantino - @FabTarantino_19