Inter-Carpi sarà anche l'occasione per vedere un derby tutto marchigiano in panchina. Castori contro Mancini, chi avrà la meglio? Per molti una domanda dalla risposta quasi scontata, ma non sarà facile per i nerazzurri. Il Carpi ha ottenuto sette punti nelle ultime tre partite e l'Inter non sta attraversando certo un buon periodo: "Male – dichiara Castori nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello sport - perché sarà ancora più incazzata. A Carpi non voglio fare proclami, né illudere nessuno. La squadra è tornata a giocare come in Serie B, veloce e in verticale per attaccare gli spazo. Possesso palla? Lo trovo noioso e, se viene fatto in difesa con tutti quei passaggi in orizzontale, anche inutile. Chi ha scimmiottato il tiqui-taca del Barcellona senza avere giocatori di qualità, ha fatto solo danni. Ma non è solo una questione di modulo. C’era anche la mentalità giusta da ritrovare: una squadra di giovani come la nostra fa la differenza solo se corre più degli altri. E sono convinto che chi ha fatto 80 punti in B, può salvarsi in A".
Adesso il Carpi si avvicina a quello che stupì in B: "Sì, dopo il mio ritorno abbiamo ritoccato la preparazione. Con me si lavora molto in allenamento, ci volevano 15- 20 giorni per arrivare al massimo. Fondamentale il fatto che per otto undicesimi è la squadra di un anno fa. Prima in A? Ricordo bene quel 5-2 a Marassi con la Samp, non avevamo giocato, eravamo imballati, per molti ragazzi si trattava del debutto. E il calendario non era semplice. Con la vecchia dirigenza erano arrivati 18 nuovi giocatori, 13 dei quali stranieri, che non erano all’altezza e comunque non avevano le caratteristiche giuste per la mia idea di calcio". In chiusura un aneddoto: "La storia degli immortali è nata a Brescia nello scorso campionato in B. Sotto di due gol e in 9 contro undici, dopo il terzo rigore, inesistente come gli altri, ho chiamato la squadra a bordo campo e ho detto: 'Pensiamo a giocare che non la perdiamo'. È finita 3-3".