Tra gli artefici del "miracolo" Sassuolo c'è anche lui, Giovanni Carnevali. Il d.g. degli emiliani, nel corso di un'intervista concessa a Tuttosport, ha parlato dei gioiellini Barardi e Lirola, del "mago della panchina" Eusebio Di Francesco e delle strategie di mercato degli emiliani. Quali sono i segreti del club che nel giro di otto anni è passato dalla serie C2 all'Europa?
"Programmazione, strategia e obiettivi chiari sono i concetti chiave del Sassuolo. Programmare è un dovere avendo a che fare con uno dei più grandi industrali italiani come Squinzi: lui è un appassionato di sport e di calcio, ma il Sassuolo è una delle sue aziende, quindi va gestito come tale. All’inizio di ogni stagione bisogna pianificare tutto, mai improvvisare. Abbiamo solo tre giocatori stranieri nella rosa: è frutto di una strategia precisa. E’ diventata la nostra filosofia e in più paga. Crediamo negli italiani perché creare un gruppo è più facile e di solito risulta più solido. Europa? Era un obiettivo. Forse è solo arrivata prima di quando ce le aspettassimo".
Maestro d'eccezione per Carnevali: "Ho avuto la fortuna di avere Marotta al Monza, al Como e al Ravenna. Poi ho fondato la Master Group Sport e ho vissuto il calcio da imprenditore, per poi tornare da manager con la chiamata di Squinzi. Il calcio italiano ha delle enormi potenzialità inespresse e il suo problema è il vivere alla giornata. Si improvvisa, pochi programmano sul serio, fra questi Juventus e Sassuolo che infatti ne raccolgono i frutti. I manager sono esperti che mettono a frutto la professionalità, ma servono anche e soprattutto gli Squinzi e gli Agnelli".
Di Franscesco? Un mix tra Conte e Allegri: "E’ un grande allenatore e già ora sarebbe pronto ad allenare una grandissima squadra per competenza e capacità di gestione". Berardi ha preferito rimanere in Emilia: "Ha voluto fortemente rimanere con noi. E vorrei che questo fosse chiaro: lui non ha mai rifiutato la Juventus, ma ha sempre e solo espresso la volontà di continuare la sua crescita nel Sassuolo, soprattutto quando ha saputo che Di Francesco sarebbe rimasto con noi. Abbiamo dovuto cambiare leggermente i nostri programmi di mercato: abbiamo ceduto Vrsaljko all’Atletico Madrid e Nicola Sansone al Villarreal. A suo modo un altro bellissimo segnale: il Sassuolo ha dei giocatori in grado di ingolosire grandi club in Europa".
Carnevali dà una spiegazione alla mancanza di fiducia nei giovani italiani: "Questione di cultura e opportunità. Nel vasto mercato straniero è più facile pescare e costa meno. Ma bisogna vedere se alla fine rende. In Italia costa tutto di più perché stiamo lavorando male nei settori giovanili e i talenti faticano a emergere. Noi abbiamo un progetto profondo che parte dagli allenatori. Lirola? Lo abbiamo fortemente voluto e lo riteniamo un talento che può sbocciare in un giocatore importante. Ha un bel motore, tecnica e carattere: d’altra parte non lo fai giocare a Belgrado contro la Stella Rossa se non ha qualità. E’ a Sassuolo con un prestito biennale, abbiamo un diritto di riscatto. La Juventus ha il controriscatto, e potrebbe trovarsi un giocatore molto interessante fra le mani".
La Juventus ha effettuato una campagna acquisti invidiabile: "Marotta deve essersi preso delle belle soddisfazioni, ma anche grande stress. Ma attenzione, questa campagna acquisti non è frutto di follie estive: la Juventus e Marotta sapevano di approdare a una fase in cui era possibile gestire un mercato da top, non ci sono arrivati per caso, ma seguendo un percorso: programmazione, strategia e obiettivi, si torna sempre lì".