"Metteteci tutto l'orgoglio possibile, Capitano. Noi saremo sempre qui, a difesa del nostro sogno". La lettera di Laura, tifosa del Genoa "da che ho ricordi" è finita più o meno così. Un 'semplice' appello, destinatario? Chi se non il Capitano del Grifone Nicolas Burdisso, da sempre il primo a metterci la faccia anche e soprattutto quando le cose per il Genoa non sono andate bene. Come ora, con la squadra finita nelle retrovie dopo un avvio che lasciava sperare in ben altro rispetto all'addio anticipato di Juric e ad un cammino sempre più in salita. "Ma essere tifosi del Genoa vuol dire anche soffrire, come ad esempio in quest'ultimo periodo. - ancora Laura, nel messaggio condiviso da Burdisso su Instagram, che ha deciso di prendere pc e tastiera e scrivere al suo Capitano - "Non so se ti daranno queste righe, io lo spero". Desiderio esaudito. "Per prima cosa voglio manifestarti la mia stima, non ti conosco di persona ma per te parla la tua carriera e, per quanto mi riguarda, soprattutto il tuo stile di vita e la tua serietà, della quale non si può dubitare. Felicissima che tu sia il nostro capitano, speriamo ancora a lungo".
Le prime parole della lettera, che continua con il momento difficile della squadra guidata ora da Mandorlini e con la spiegazione di cosa voglia dire essere un tifoso del Genoa. "Detto questo per il nostro Grifone non è certo un bel periodo. Io sono tifosa del Genoa da che ho ricordi. Essere tifosi del Genoa, l'avrai sicuramente capito, non vuol dire solo andare la domenica allo stadio o vedere una partita in televisione. Essere tifosi del Genoa vuol dire che quando vedi il rosso e il blu il cuore ti fa un tuffo di felicità, vuol dire che ci pensi un po' tutti i giorni e che fai i calcoli per cercare di avere sempre quelle due ore libere il fine settimana, perché non puoi fare a meno di vedere quella maglia, indossata spero sempre con amore e rispetto dai giocatori che via via diventano i tuoi idoli e che ami (anche tra i mugugni, a volte anche esagerando con i toni), e che speri si innamorino anche loro come te del Vecchio Balordo".
Gradinata Nord e lo stadio con le bandiere che sventolano, è sentirsi orgogliosi di vedere quei due colori spuntare da qualche finestra o da qualche balcone, è trovarsi accanto sul bus a qualcuno che come te ha i braccialetti rossoblù, è sentirsi vicini anche se non ci si conosce, perché legati da un comune amore. Essere tifosi del Grifone vuol dire che, anche se i problemi della vita a volte sembrano (o sono insormontabili), il pensiero che il Genoa c'è ti rende tutto un po' meno difficile. Essere tifosi del Genoa è felicità allo stato puro. Nonostante tutto. Essere tifosi del Genoa vuol dire anche soffrire, come ad esempio in quest'ultimo periodo, per tutte le incomprensioni, per i toni eccessivi, perché vorresti poter parlare di gioco, di obiettivi, di gol, di sogni da realizzare e ti ritrovi a parlare di plusvalenze, di contestazioni, di un futuro poco rassicurante. Io non so perché siamo arrivati a questo punto, in una stagione che lasciava presagire solo cose belle, ma è andata così".
A chiudere la lettera la speranza di Laura che le cose posano ancora migliorare. "Credo che, però, si possa ancora rimediare e che si possa tornare a remare tutti dalla stessa parte. Probabilmente non retrocederemo perché quest'anno c'è chi fa peggio di noi. Ma mi piacerebbe rivedere in campo undici Grifoni che lottano fino alla fine del campionato. Poi se si vince meglio. Ma non è tutto e non è la cosa più importante. Metteteci tutto l'orgoglio possibile, Capitano. A giugno, poi, molti di voi andranno per la loro strada, lontano da qui, come giusto che sia, seguendo la propria carriera. Buona fortuna, di cuore, a tutti. Noi saremo sempre qui, a difesa del nostro sogno. Con affetto. Laura".