Fabio Capello ha rilasciato un’intervista ad AS in cui ha toccato diversi temi, dal momento attuale del Real Madrid, alle sue due esperienze da allenatore della squadra concludendo con un’analisi sull’evoluzione del calcio moderno. Prima di tutto, però una battuta sul suo rapporto con Antonio Cassano: "Una volta arrivammo alle mani, non a Madrid ma a Roma. Io avevo grande rispetto per i miei giocatori, ma la cosa doveva essere reciproca".
″Non so perché Benitez non sia riuscito a portare il Real alla vittoria, non sono nello spogliatoio: lui ha esperienza, però se non hai feeling con i giocatori è difficile trionfare - ammette - E’ possibile che i giocatori abbiano patito il cambio da Ancelotti a Benitez, anche perché non è facile allenare il Real in quanto il presidente influisce molto. Infatti, se il presidente passa dal parlare con l’allenatore al farlo con i giocatori, questi capiscono che il loro allenatore non vale niente".
L’allenatore friulano ha poi smentito di aver consigliato Florentino Perez sulla scelta di Zidane, o di aver ricevuto proposte per ritornare alla guida dei blancos: ″No, io ormai sono vicino alla pensione. A Perez piace scegliere, decidere e fare cose nuove, senza legarsi al passato. Credo comunque che Zidane sia stata un’ottima scelta: ha grande carisma ma per valutarlo nel complesso servirà dargli tempo″.
Sulle sue due esperienze a Madrid e sulla definizione di tecnico difensivista, Capello ha poi precisato: ″Dire che sono difensivo è la più grande menzogna del mondo! Iniziarono a definirmi così quando vinsi i primi titoli col Milan con tante partite finite 1-0. Nella mia prima esperienza a Madrid giocavo con Redondo davanti alla difesa, poi Seedorf che era un trequartista, Victor, Raul, Mijatovic e Suker. Questo è essere difensivo?″ Nella seconda esperienza a Madrid Capello fece giocare insieme Emerson e Diarra ″perché erano quelli che avevo. Mancava qualità a centrocampo, e poi ebbi problemi con Ronaldo, anche a causa del suo peso decisamente elevato e della sua poca voglia di diminuirlo: quando lo vendemmo la squadra migliorò. Ronaldo comunque era impressionante, il migliore per distacco che abbia mai visto insieme a Van Basten″.
Capello si è poi lanciato nel confronto tra le due esperienze a Madrid e sul suo essere considerato duro: ″Il primo Real è decisamente migliore: era una squadra di uomini di grande qualità e serietà. Tutti erano disposti a sacrificarsi ed avevano una grande etica del lavoro, mentre il secondo Real aveva giocatori di buona qualità ma non disposti a faticare e a stare concentrati. Io rispetto tutti i giocatori che alleno e pretendo rispetto da loro: non mi sono mai definito un allenatore duro, ma giusto″.
″Vedo molte squadre nel calcio di oggi che vogliono giocare come il Barcellona senza avere la qualità per farlo – ha concluso Capello – perché è difficile pressare alto e giocare in verticale. Le migliori interpreti di questo tipo di gioco sono il Barcellona ed il Bayern, ma anche il Liverpool di Klopp ed il Napoli: le altre squadre non riescono a farlo con questa efficacia″.