Fabio Capello c'era quando tutto cominciò: era il febbraio del 1986. L'allenatore di Pieris ha vissuto la fase forse più esaltante della presidenza Berlusconi al Milan. Dieci anni in cui, con vari incarichi, Capello ha visto i rossoneri vincere 5 scudetti (4 con Capello in panchina) , 3 Coppe dei Campioni (1 con Capello in panchina), e 2 Coppe Intercontinentali. Inevitabile emozionarsi per la notizia del passaggio di consegne:
"E’ una svolta epocale" - si legge nelle pagine de La Gazzetta dello sport - "Silvio Berlusconi è stato il più grande presidente della storia del Milan. Neppure il suo peggior nemico può contestare i numeri: nessuno ha vinto come lui. Vado oltre il Milan: è stato uno dei più grandi dirigenti del calcio di tutti i tempi. Ha portato la sua squadra in cima al mondo. Ricordo quando si presentò dicendo 'vogliamo creare il club più forte in assoluto e offrire uno spettacolo indimenticabile'. Molti risero. Anche io rimasi scettico. Ha avuto ragione lui. Oggi i tifosi del Milan devono dire solo una parola: grazie".
Entrambi i club di Milano in mani cinesi: "Era destino che finisse così. Oggi un imprenditore, per quanto grande e con importanti mezzi finanziari come quelli di Berlusconi e Moratti, non può gestire da solo un club di respiro internazionale. La nuova realtà passa per le risorse dei gruppi arabi, cinesi e russi. Guardate la Premier: tutte le società più importanti, Leicester compreso, sono in mano a proprietà straniere. E’ una legge alla quale in Spagna si sottraggono per ora Real Madrid e Barcellona per la struttura particolare dei due club, mentre il Bayern è il colosso per eccellenza della Germania".
Gli Agnelli stanno resistendo con ottimi risultati: "A Torino si sono mossi con intelligenza e hanno una risorsa fondamentale: lo stadio. La Juventus è riuscita anche a ricreare il famoso spirito di squadra di un tempo: giocatori come Buffon, Chiellini, Barzagli, Bonucci e Marchisio hanno dato un’impronta. Ricordate le frasi di Buffon dopo il Sassuolo? Riportò tutti all’ordine. Per lo scudetto non c’è corsa". Per l'ex allenatore del Real Madrid tra le due milanesi è l'Inter quella che parte meglio: "Nonostante i sei gol incassati con il Tottenham. Mancini è al lavoro da un anno e mezzo, mentre Montella è appena arrivato".
Capello dirigente dell'Inter? "Lasciamo stare. Ho ricevuto diverse offerte negli ultimi tempi, ma in questo momento sto bene così, a seguire il calcio in tv in giro per l’Europa. Berlusconi? La mia riconoscenza nei suoi confronti è immutata. Il rapporto con lui ha segnato la mia vita in modo profondo. Nel calcio tutti hanno un’opinione. Lui aveva le sue teorie, ma sapeva confrontarsi con i suoi interlocutori. Tra di noi è capitato di avere opinioni diverse. Io l’ho sempre ascoltato, ma ho anche sempre deciso di testa mia. L’allenatore cammina perennemente sul ciglio di un burrone: se deve precipitare, meglio farlo per aver seguito le proprie idee".
Leicester-Manchester United, di nuovo Ranieri contro Mourinho: "La partenza di Kanté è un brutto colpo per il Leicester. Era l’uomo dei recuperi, degli allunghi improvvisi, quello che dava l’impressione di giocare in 12. Lo United ha speso tanto e il ritorno di Pogba sarà il colpo dell’estate, ma in difesa vedo ancora problemi. Ranieri ha fatto benissimo a ripartire col basso profilo. Ci vuole saggezza dopo un’annata straordinaria. Se l’ambiente avrà mantenuto i piedi per terra, il Leicester potrà vivere un’altra stagione importante. E’ una squadra difficile da affrontare".
La griglia di Capello: "Favoriti per la Premier i due club di Manchester e il Chelsea. L’incognita è che hanno un allenatore nuovo ma il City sta forse meglio: il calcio di Pellegrini non è lontano da quello di Guardiola. Lo United ha speso in tre anni più di 500 milioni per vincere solo una Coppa d’Inghilterra e ritrovarsi fuori due volte dalla Champions: questo dimostra che per vincere non basta il denaro".