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Data: 11/02/2016 -

Cannavaro: "Insigne la vera sorpresa. Juventus Stadium? Il tunnel mette soggezione"

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Juventus-Napoli, meno due. Sale la febbre per il big match di serie A che verrà visto in tutto il mondo, anche negli Emirati Arabi, dove c'è un doppio ex speciale, Fabio Cannavaro. "Max Allegri? Credo alla fine opti per la difesa a quattro – si legge ne La Gazzetta dello sport -  altrimenti rischia di avere troppi giocatori un po’ fuori ruolo. Perché Barzagli non è un sinistro e a tre dovrebbe giocare da quel lato, così come Lichtsteiner non è abituato a stare nei tre dietro. E perché il Napoli gioca con tre attaccanti veri e finiresti per difendere a cinque, restando troppo basso. Le difese hanno grande qualità e organizzazioni e in più schierano portieri ottimi pure sotto il profilo della personalità. Su Gigi potrei scrivere un libro. Reina non solo è bravo coi piedi, ma sa capire momenti e tempi di gioco nel far ripartire l’azione. Per questo credo che potrà finire in pareggio". I calci piazzati potrebbero essere decisivi: "Su quelli diretti Dybala e Insigne sono micidiali, ma c’è anche Pogba. Poi Allegri e Sarri avranno preparato scrupolosamente degli schemi per aggirare gli schieramenti sugli altri calci da fermo. Addirittura il Napoli cura pure le rimesse laterali. In questo senso, senza Chiellini la Juve perde centimetri e forza fisica". Su Insigne: "Lorenzino è la vera sorpresa. È cresciuto tantissimo e fa la differenza: Higuain si conosceva già. Se oggi Pipita segna di più è perché Lorenzo spesso diventa imprevedibile e immarcabile, inventando giocate e aprendo spazi che esaltano il centravanti argentino". Dybala l'uomo in più della Juve: "L’argentino sa ballare come pochi sulle linee. E sa far male. Il Napoli a palla scoperta non dà profondità. Ma su Dybala dovrà essere bravo Jorginho ad accompagnare la seconda palla". La sfida Sarri-Allegri: "Bravissimi entrambi, soprattutto nella gestione del gruppo, nel rispetto che i loro giocatori mostrano di avere. E poi hanno saputo cambiare in maniera intelligente il loro modo di schierarsi. Sarri ha rinunciato al trequartista, Allegri ha lasciato il 4-3-3 per seguire altre strade. Il tecnico del Napoli sta portando novità interessanti, per questo mi piacerebbe allenare gli azzurri per caratteristiche e atteggiamento: apprezzo il loro modo di pressare alto per riconquistare subito palla. Hanno un gioco più spettacolare". A Buffon va bene anche un pari: Cannavaro che ne pensa? "Gigi non parla mai a caso. Alla Juve rispettano il Napoli, piuttosto erano stupiti di come fosse andato male l’altro anno con Benitez perché il potenziale è fortissimo come sta dimostrando l’ottimo lavoro di Sarri. Buffon sa che restare oggi a due punti dal Napoli è importante, davanti ci sono tre mesi densi di impegni. La Juve si sente più forte mentalmente per reggere questo lungo stress. Effetto Stadium? Non tanto in campo, ma prima di entrarci sì. Non ho avuto la fortuna di giocarci, ma conosco l’impianto. L’avversario arriva dentro e attraversando i corridoi vede in ogni angolo campioni di ieri e di oggi con la maglia bianconera alzare trofei. Come dire: 'Vinciamo sempre noi'. Puoi anche entrare in soggezione in un ambiente del genere. Ecco, il Napoli farà un ulteriore salto di qualità se entrando lì dentro avrà l’atteggiamento mentale di chi regge la sfida per giocarsela alla pari. E in questo senso il tifo contro ti gasa. Per vincere lo scudetto devi passare da Torino e fare risultato". Due grandi tifoserie, quale delle due può essere il "dodicesimo uomo"? "A Torino sono abituati a vincere. Napoli è unica per come sa 'incendiarsi' di entusiasmo. Mi pare che Higuain e gli altri sappiano cogliere tutta la spinta che arriva dalla mia gente, senza perdere concentrazione. Questo è un aspetto importantissimo per poter arrivare sino in fondo. Io tifo Napoli. È la mia città, il cuore è lì. Logico sia così. Ma questa partita me la vorrò godere da addetto ai lavori, capire ogni sfumatura tattica per imparare. Poi sabato a casa mia, a Riad, saremo col mio staff, quasi tutto napoletano ed è ovvio per chi si esulterà". Cannavaro punta ad allenare in Italia? "Non dipende solo da me. Ho accettato di venire a Riad per verificare il lavoro dello staff che abbiamo creato, per crescere. Non mi andava di stare fermo, avevo voglia di stare sul campo a lavorare. Per confrontarmi con un calcio asiatico che è in crescita esponenziale. Visto cosa sta succedendo in Cina? Certe cose le sostenevo già almeno da un paio d’anni".

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