Di giocatori che amano la movida, i locali e i djset ce ne sono in quantità industriale. Per citarne due dall’ultimo derby di Roma, il giallorosso Nainggolan in un’intervista aveva dichiarato: “Vado in discoteca perché non ho voglia di stare tutte le sere a casa come gli altri che fanno solo casa-campo-casa-campo”. E il rivale biancoceleste Keita, con la passione per questo genere è arrivato a partecipare, insieme alla figlia di Eva Henger, a un videoclip di Flo Rida con T-Pain e J Rand, featuring internazionale sponsorizzato dal produttore Vanni Giorgilli. A proposito di producer (e di ex laziali), due esempi su tutti: Cissé, che conclusa la carriera da calciatore, non soltanto si è dato alla musica dance, ma ha fondato la sua etichetta, Mr. Lenoir. E Mendieta, che da protagonista in campo nella finale di Champion's League del 2001 (allora vestiva la maglia del Valencia) lo è stato anche in quella di Milano tra Real e Atletico, ma stavolta col suo djset ad accompagnare l’evento. E’ in Inghilterra che si è affermato come deejay, oltre a perfezionarsi con la chitarra e ad approfondire rock ed elettronica.
Altro esempio che la Serie A ci ricorda è quello di Comandini che a 37 anni, ha trovato la sua più felice collocazione: suona, mixa e campiona brani in un teatro dell’800 che ha ristrutturato con alcuni amici. In un’intervista ha detto: “Ho cambiato completamente vita, ora seguo il mio locale e mi diverto a mettere i dischi”. Quella del dj è una propensione che aveva sin da ragazzino, così, dopo aver lasciato il calcio a 28 anni e aver girato il mondo, prima si è dedicato all’amore per il rock degli AC/DC e le melodie dei Queen, poi, cuffie, mixer e djset.
Dischetti e dischi, assist e mix, così calcio e musica diventano d'incanto compagni di squadra. E di vita.