Se salite sul pullman del Werder Brema probabilmente lo troverete così. Computer sulle gambe, Football Manager acceso. Stesso rito anche per i viaggi in aereo o in treno, perché per Luca Caldirola è “una passione da una vita, da quando sono piccolo”. Li ha provati e usati tutti, da Scudetto a Championship Manager. “Niente Playstation, niente X-Box: ho sempre preferito i giochi manageriali”. E allora tuta o abito addosso e via in panchina, su quella di Football Manager. Allenatore esigente e perfezionista, un po’ Guardiola e un po’ Sarri: “Mi piace farli giocare a calcio, mi piace il bel gioco. Palla a terra dalla difesa, possesso palla, verticalizzazioni: a volte prendo delle batoste, ma non so rinunciare a questo stile di gioco”. E allora chissà quanti applausi a Fratton Park, la casa del Portsmouth ricostruito dalla quinta lega inglese dopo il fallimento e riportato in Premier. In bacheca anche una FA Cup. Già, perché al Luca Caldirola allenatore piace partire dal basso. Soprattutto in Inghilterra: “Parto sempre con squadre piccole, il calcio inglese mi piace molto anche se forse è il più difficile del gioco”. Prossimo obiettivo: “Quest’anno punterò sul Wolverhampton, Championship inglese: hanno comprato tanti giocatori interessanti dal Portogallo, mi affascina”.
Ma perché proprio il calcio inglese? “Ci sono tante coppe da giocare, mille partite… Mi entusiasma”. Ok, ma c’è una domanda che non possiamo non fare: un calciatore si compra a Football Manager? “Io non mi sono mai comprato e non alleno mai squadre in cui ci sono io. Con l’Inter forse qualche volta mi è capitato quando ero ragazzino, ma era troppo facile…”. E ride. Ma ti sei mai affrontato? “Sì quello sì, fa un po’ strano: speravo che Caldirola sbagliasse, poi nella riunione tattica pre-partita davo indicazioni ai miei giocatori di farmi giocare sul piede debole… Li conosco i miei difetti”. Difetti da allenatore, invece? “In generale mi piace più il mercato e tutta la fase della preparazione alla stagione che la partita vera e propria. Mi piace scoprire talenti, portare avanti le trattative…”. Il mercato: su qualche giocatore sei arrivato prima degli scout nella realtà? “Mi ricordo Ibra al Malmö, era un ragazzino ma lo prendevo sempre: era un fenomeno. E infatti… Poi mi ero innamorato di Pizarro, quello che adesso è al Siviglia: avevo capito che era forte, l’altra sera quando ho letto che ha segnato il 3-3 al Liverpool mi è tornato in mente”.
3-4-3 offensivo, palla sempre a terra. A Football Manager Caldirola allena così, ma gli piacerebbe diventare allenatore anche nella realtà? “Fino a qualche anno fa no, adesso ci penso. E forse anche grazie al gioco, nonostante capisca che nel gioco alla fine spegni e sei tranquillo. Nella vita reale sei sempre in tensione…”. I compagni di squadra che dicono? “Me lo fanno comprare per loro, lo prenoto per tutti perché qua non c’è. Abbiamo tanto libero ed è divertente”. A proposito del Werder, come va? “Ormai sono 5 anni che sono qua in Germania, mi sono integrato perfettamente. Adesso è un periodo un po’ difficile perché non gioco molto…”. L’Italia? “E’ il mio Paese, logico che mi piacerebbe tornare... Anche perché sono andato via presto e praticamente non ci ho mai giocato”. Cresciuto in una grande Inter, ne sta nascendo un’altra? “L’Inter ha trovato finalmente il suo equilibrio, merita di stare in alto. Anche se Juventus e Napoli sono più attrezzate”. E dalla Serie A Caldirola chi prenderebbe per il suo Wolverhampton? “Icardi subito. Poi Insigne e Dybala, mi piace anche Milinkovic-Savic e tutta la Lazio. Come giocano… ah, ovviamente prenderei anche Immobile. Quanto segna…”. Caldirola chiama… a Football Manager. Se lo trovate sul pullman del Werder Brema chiedeteglielo: “come va con il Wolves?”. Vi risponderà.