Rispetto e amore. Da una parte corrisposto (la tifoseria), dall’altra (società) non si direbbe. Si allena da solo e rimane fuori dalla lista dei convocati. L’epilogo sostanziale di un feeling, quello tra Rolando Bianchi e il Perugia, che tale forse non è stato mai. Un anno fa il ritorno in Italia, ‘grande colpo’. Quello giusto, per il definitivo salto di qualità.
Quanto dura? Sei mesi o forse poco di più. In estate la società del presidente Santopadre lo mette sul mercato, per la prima (ma non ultima) volta gli dicono che è fuori dal progetto tecnico. E Bianchi? Corre e risponde...due volte sul campo! La doppietta contro il Carpi, appena entrato dalla panchina (prima e…tutt’altro che ultima!). Il passaggio del turno in Coppa Italia, tutto il Curi che lo acclama. Un nuovo inizio in quella calda sera d’agosto? No.
Passano altri sei mesi, Bianchi è di nuovo fuori dal progetto tecnico. Tante offerte dalla Lega Pro, che lui rifiuta. E poi ce n’è un’altra, dalla Serie B. Lo cerca la Ternana. Rolando non ci pensa nemmeno, dice subito 'no': per rispetto verso i suoi tifosi e per quella Curva Nord che lo ha sempre rispettato e che in ogni partita urla il suo nome, lo chiama, auspica (vanamente) il suo ingresso in campo. Rispetto e cuore Toro. Si allena da solo Rolando, andrebbe al campo anche alle 4 di notte. L’epilogo? Chissà, ma in mezzo a tutto questo c’è un ‘no’ che vale più di mille (inutili) parole.