L'estate della Fiorentina è stata piuttosto movimentata. Prima il cambio di proprietà, poi una squadra totalmente rinnovata. Infine le due sconfitte nelle prime due giornate di campionato contro Napoli e Genoa, un redimento che però non scoraggia Rocco Commisso. Il patron viola è a Firenze da un paio di settimane. Ha assistito alle sfide contro azzurri e rossoblù, oltre all'ultimo giorno di mercato in quel di Milano: "Montella resta con noi, sono contento di lui. Il contrario è una fake news - ha voluto rispondere così a chi insinuava una spaccatura fra presidente e allenatore - siamo all'inizio di un percorso, non alla fine. Ho chiesto solo una cosa: il tempo. Non posso fare tutto in un giorno. Abbiamo fatto 45 operazioni sul mercato. Ho voluto avviare e concludere il closing subito a giugno, altrimenti avremmo rischiato di andare oltre agosto per finalizzare le trattative. Sono molto felice che la gente apprezzi quanto stiamo facendo, questo mi fa capire che stiamo procedendo bene. Faremo di tutto perché il futuro sia migliore del recente passato".
Chiosa anche su Chiesa, la vera sfida vinta da Commisso. Aveva promesso che lo avrebbe trattenuto, così è stato: "Sono stato di parola. Sarà un giocatore molto importante per il club, voglio costruire una squadra intorno a lui. Non lo voglio tenere solo per un anno, ma voglio costruirci qualcosa di importante. In questi mesi, inoltre, abbiamo lavorato molto per stadio e centro sportivo. Vorrei mettere in piedi qualcosa di nuovo, non so se sarà possibile perché il Franchi è un monumento e in Italia i monumenti non si possono abbattere. Ci vorrà tempo, ma voglio rendere i fiorentini ancora più orgogliosi della loro città". Grande soddisfazione per la quota abbonati, che va oltre i 25mila: "Siamo la quarta in Italia, questa è una grande soddisfazione. Sono qui per imparare e credo di poter dare tanto al movimento".
Quasi 50 operazioni totali, una rosa ridotta a 28 elementi. La trattativa più bella e complicata quella per Ribery, iniziata a giugno: "Montella? Siamo molto tranquilli, sono uscite tante notizi efalse. Sta facendo un grandissimo lavoro, siamo convinti di aver costruito una rosa importante, fatta di giovani ed esperti", le parole di Barone, braccio destro di Commisso. Poi parte Pradè: "Alla società ho chiesto solo pazienza. Da oggi anche comprensione, perché abbiamo deciso di lavorare sui giovani, che sono piante da far crescere. Abbiamo otto calciatori prodotti dal nostro settore giovanili, nessuno come noi in Europa. Siamo i secondi o terzi in Italia come età media più bassa. Ovviamente abbiamo preso anche ragazzi con più esperienza, così da aiutare i talenti a crescere".
Il riepilogo generale del mercato parte dalle basi, dal rapporto fra entrare e uscite: "Abbiamo chiuso con un saldo negativo di circa 5 milioni. Totale spesa 60 milioni circa. Tante operazioni in uscita con incentivi all'esodo e premi di valorizzazioni. Il presidente mi ha dato carta bianca sul budget, potevo spendere molto di più. Ma non va bene spendere tanto per spendere. Ci sarà il mercato di gennaio e tutto un anno di transizione sportiva. Operazione di cui sono più deluso? Nessuna. Perché siamo stati chiari fin dall'inizio su Chiesa, così come lo sono state le altre con noi fino alle 20 di ieri. Politano, per esempio, l'Inter non lo vendeva, idem il Milan con Suso. Non potevamo fare di più. Unico che abbiamo lasciato andare è stato Raphinha, perché i costi non erano accettabili. Poi abbiamo preferito Ghezzal a Oudin. Abbiamo scelto lui perché ha grandi esperienze e caratteristiche diverse dal resto della rosa".
Poi il tema cessioni, con la Fiorentina che aveva tanti esuberi da piazzare: "Siamo tanti adesso, 28 o 29 con i tre portieri. Gli unici che non rientravano nel nostro progetto all'inizio erano Eysseric, Dabo e Thereau. Poi dovevamo valutare Cristoforo, che ha caratteristiche interessanti. I calciatori che noi abbiamo hanno un contratto, quindi rientreranno a disposizione di Montella. Non facciamo cose strane, quali tagli o esclusioni. Montella? Fino ad oggi non ha mai potuto lavorare con un gruppo. Siamo ancora un cantiere aperto. Abbiamo iniziato a prendere decisioni solo da metà luglio in poi. Adesso deve trovare lui il modo migliore per costruire il puzzle. La squadra è completa in ogni reparto, possiamo giocare con più moduli. Sono stati fatti investimenti importanti su alcuni giovani come Lirola e Pedro. Per quest'ultimo è stata una battaglia lunga e faticosa. L'operazione partiva da 20 milioni di euro, l'abbiamo chiusa a cifre molto più basse. Abbiamo completato la difesa con Dalbert e Caceres, abbiamo preso l'esterno offensivo, che era quello che ci mancava. Il tetto ingaggi è aumentato del 21%".
Parentesi anche su Tonali, che i viola puntano per il futuro: "Commisso e Barone vogliono prendere nel futuro calciatori italiani ma vogliono avere rapporti ottimi con gli altri presidenti. Io non sono autorizzato a parlare con i giocatori se prima le società non hanno parlato fra loro. Barone in Lega ha parlato con Cellino, che gli ha risposto che il ragazzo era incedibile. Stesso discorso con Pozzo, che è stato chiaro per De Paul. Per questo non ho mai fatto offerte per lui". La Fiorentina ha ricevuto anche alcuni no, come quelli di De Rossi e Nainggolan: "Con quest'ultimo non abbiamo mai parlato. Per DDR sapevo che non ci sarebbero state possibilità di vederlo con altre maglie".
Il discorso torna poi su Montella: "Dell'anno scorso, all'interno della nostra rosa, ci sono Milenkovic, Pezzella, Benassi, Chiesa e Vlahovic. Loro e basta. L'allenatore ci deve dare identità, deve soltanto far capire ai ragazzi che siamo all'inizio di un percorso. Mercato di gennaio? Non ho lavorato anche in quell'ottica. Quello è un mercato di riparazione e spero che non ci sia niente da aggiustare".
Ancora su Pedro: "Lo abbiamo "aggredito" nel momento in cui è uscito Simeone. E' una punta con caratteristiche diverse da chi abbiamo in quel ruolo. Si dovrà adattare, ma sono sicuro che piacerà per la sua eleganza. Tutti noi crediamo molto in lui. Non è andato al Real Madrid solo perché si è rotto il crociato. Bobby Duncan? Non rientrava nella nostra politica. Ma piaceva molto al Dottor Vergine, il responsabile del nostro settore giovanile. Giocherà con la Primavera, ma lo proveremo in prima squadra. Sono soddisfatto del nostro mercato, poi ovviamente si può sempre migliorare".