Colpi che fanno saltare il banco, scommesse azzeccate, acquisti che lasciano increduli e fanno sognare. Il calciomercato in questi anni ci ha abituato a tutto questo. Nel 2022 il guizzo firmato Giuntoli che ha portato Kvaratskhelia a Napoli e l’arrivo di Dybala alla corte di Mourinho, sono state solo alcune delle storie di calciomercato che non riusciremo a dimenticare molto facilmente…
Kvaratskhelia al Napoli
Per prima cosa abbiamo dovuto imparare la pronuncia, leggendolo senza far sentire la t e la k. "Kvarascelia". È presto diventato per tutti Kvara, più semplice e con meno possibilità di fare errori. Poi ci siamo presto abituati alle sue giocate, ai suoi strappi e ai suoi gol, otto finora tra campionato e Champions. Il Napoli lo ha preso grazie a una felice intuizione di Giuntoli, che lo seguiva da anni e che lo aveva scelto come successore di Insigne sulla fascia sinistra. Bruciata la concorrenza. In tanti ci avevano iniziato a mettere gli occhi, lui li ha anticipati tutti: sono serviti 10 milioni per prenderlo dalla Dinamo Batumi, poteva sembrare un azzardo, si è rivelato un affare. Oggi il georgiano vale 6 o 7 volte di più. È diventato l’oro del Napoli di Spalletti primo in classifica. È arrivato in Serie A in punta di piedi, senza parlare troppo, ma con là personalità di chi è consapevole del proprio valore. Adesso l’obiettivo sarà quello di continuare a correre - veloce e leggero come ha fatto fino adesso - dribblando avversari e difficoltà, senza mai fermarsi. Magari fino allo scudetto.
Haaland al Manchester City
“Prima di decidere abbiamo dato i voti alle squadre. Ma non in base alla loro forza, bensì a quanto potessero avere bisogno di un centravanti. E al Manchester City abbiamo dato 10”. Così Alf Inge Haaland - tra l’altro anche lui ex del City dal 2000 al 2003 - raccontava la scelta del figlio Erling. Alla squadra di Guardiola infatti è sempre mancato, soprattutto negli ultimi due anni, un attaccante capace di segnare in ogni modo, finalizzando le tantissime azioni offensive create dai Citizens. Il norvegese ha risolto questo problema. Sul pianeta premier si è abbattuta infatti una forza della natura capace di segnare in tutti i modi: di testa, di astuzia, di potenza, di opportunismo. Ventitré gol tra campionato e Champions, in appena 17 partite giocate. Una macchina. E pensare che quello di Haaland è stato solo il nono acquisto più costoso di quest’estate. Lo sceicco Mansur ha pagato al Dortmund la clausola rescissoria di 60 milioni e si è portato a casa un giocatore che può assicurare gol a raffica sia nel presente che nel futuro. Haaland è una gemma pregiata che ha già stregato l’Inghilterra e l’Europa intera. Sarà lui a portare, per la prima volta, la Champions nella Manchester dei vicini rumorosi?
Dybala alla Roma
La storia di Dybala alla Roma nasce da un guizzo di Tiago Punto, innamorato del ragazzo da quando lui era al Benfica e Paulo incantava con la maglia del Palermo. “In Italia c’è un un dieci che mi fa impazzire e gioca con la maglia rosanero”. Fu un colpo di fulmine, che due anni dopo è diventato un colpo di mercato. Merito anche del grande lavoro di Jose Mourinho, che lo ha voluto, convinto, accolto e coccolato. Dybala alla Roma è stato un affare fatto di sorpassi, call, segreti e depistaggi. L’argentino è arrivato in giallorosso a parametro zero, con un ingaggio da quattro milioni a stagione. Ha scelto Roma per tornare a divertire e a divertirsi, ma anche perché da poche parti avrebbe potuto trovare un affetto come quello ricevuto nella Capitale. Il 26 luglio è stato accolto con una presentazione hollywoodiana, con più di tremila persone al Colosseo quadrato che intonavano il suo nome. Paulo stesso era apparso incredulo, attonito, senza parole. Se serviva un ulteriore step per convincerlo che Roma fosse la scelta giusta, ci hanno pensato i tifosi con un’accoglienza da re. Lui ha poi risposto sul campo. Sette gol realizzati in dodici partite tra campionato ed Europa League. Poi l’infortunio con il Lecce, il recupero e la vittoria del Mondiale con l’Argentina. L’obiettivo ora sarà regalare alla Roma il quarto posto, che vuol dire Champions League.
Tchouaméni al Real Madrid
Qualcuno al momento dell’annuncio avrà storto il naso. E non per le qualità del giocatore, quanto più per la cifra spesa dal Real Madrid per un ragazzo del 2000. Cento milioni, tra parte fissa e bonus al Monaco. È la seconda volta nella storia che una cifra simile viene spesa per un giocatore che non sia un attaccante. Era successo solo con Pogba, di cui Tchouameni è stato sostituto in nazionale per tutto il Mondiale appena terminato. Si è rivelato un centrocampista completo, sa sempre fare la scelta giusta, detta tempi e ritmi. In poche parole, è uno che fa girare il centrocampo. Studia molto, apprende e assorbe come una spugna: gli inserimenti di Pogba, le geometrie di De Bruyne, la corsa di Kanté e via discorrendo. A vent’anni è recordman di palloni recuperati e contrasti vinti, ha guidato la nazionale francese al Mondiale, spesso caricandosela sulle spalle con talento e personalità. Al Monaco è diventato amico di Fabregas che lo ha già consacrato. “Non smetteva mai di farmi domande, sul Barca, sul gioco di Guardiola e sui nostri movimenti. Ha le qualità per fare tutto”. Ora piano piano lo sta scoprendo il mondo intero. Il Real con lui e Camavinga ha il futuro in cassaforte, pare che Modric ne sia un grande estimatore e ci riveda un Casemiro 3.0. Moderno e addirittura più completo, perché ha un gran tiro da fuori e sa anche attaccare. Il tempo è tutto dalla sua, le qualità sono quelle dei più grandi. Ne è valsa dunque la pena, nonostante il prezzo pagato. Per dirla con il Ds del Monaco Paul Mitchell, costa caro come il Casinó…eppure tutti lo vogliono. Oggi ce l’ha Ancelotti che sorride, gongola e se lo gode.
Umtiti al Lecce
Una mattina di fine agosto, sulle prime pagine dei giornali, esce la notizia che rimbalza in un attimo sui siti di tutto il mondo. “Il Lecce su Samuel Umtiti”. Come? Un Campione del Mondo che gioca nel Barcellona in una squadra neopromossa?. Si, tutto vero. Qui si è visto l’estro di Pantaleo Corvino, maestro nel trovare soluzioni semplici ai problemi che sembrano difficili, insormontabili. Anche se a trattare dall’altra parte del tavolo c’è il Barcellona. Umtiti è arrivato a Lecce in un clima surreale, storico per la piazza giallorossa e non è riuscito a trattenere le lacrime davanti a tanto entusiasmo. La commozione è stata provocata non tanto dal contesto, quanto dalla sua sorpresa nel sentirsi così toccato da quell’affetto. Si è commosso, in un certo senso, per la sua stessa commozione, spiazzato dalla sua reazione istintiva e incontrollabile. La sorpresa, a sua volta, è stata anche del pubblico: nessuno si aspettava che le cose sarebbero andate così, che un difensore titolare nella Francia campione del mondo nel 2018 e nel Barcellona, un giocatore adorato da Messi – non il genere di collega a cui è semplice strappare stima e simpatia – si sia messo a piangere al momento del suo arrivo a Lecce, una neopromossa in Serie A. Un sogno di fine estate. Adesso dovrà ritrovare quella continuità che negli anni, causa infortuni, gli è mancata. Da ottobre in poi ha giocato quasi sempre, ora dovrà aiutare i giallorossi nella corsa alla salvezza. Da quelle parti vale come la Coppa del Mondo.