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Data: 23/04/2021 -

Analisi, numeri e statistiche. Dietro le quinte del calcio: come si leggono le partite

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Vale più un corner o una punizione dal limite? Ogni quanto si fa un gol? Ne parliamo con un analista e collaboratore tecnico.
Vale più un corner o una punizione dal limite? Ogni quanto si fa un gol? Ne parliamo con un analista e collaboratore tecnico.

Mosse e contromosse. Come in una partita a scacchi, come su un campo di battaglia. E niente è lasciato al caso, tutto viene studiato nei minimi dettagli. Le partite di calcio in realtà nascondono molto altro, un lavoro importante che c’è oltre i 90 minuti che noi siamo abituati a vedere.

Analisi, studio dei numeri e degli avversari. Cercare di rendergli la strada più difficile possibile per portare a casa i tre punti. Anche in maniera sporca, lasciando grossa parte del possesso palla agli avversari. Oppure dominare la partita, contro ogni avversario.

Variabili e varianti da considerare di volta in volta, perché “ogni partita ha una storia a sé”. E per farlo c’è bisogno di conoscere alla perfezione la materia che si sta trattando. “Non ci può essere un’analisi di una partita se non si analizza il calcio in generale – racconta Silvio Valanzano, analista e collaboratore tecnico, ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. Tutti gli allenatori studiano calcio e a loro volta si rapportano con i match analyst per delle analisi più approfondite. Ma il tecnico è nettamente la persona più preparata all’interno dello staff, è il cuore della squadra”.

 

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Ogni quanto si fa gol?

Numeri e statistiche sempre più importanti e centrali, dai quali si può sapere, in maniera indicativa ovviamente, ogni quanto si fa gol. “La proporzione per i gol è sempre la stessa da almeno dieci anni: 10, 3, 1. Vuol dire che ogni 10 tiri in porta, 3 finiscono nello specchio e uno si tramuta in gol”.

Non c’è una legge scritta e ci possono essere eccezioni. Come ieri, tanto in Napoli-Lazio quanto in Atalanta-Roma. “La proporzione del Napoli è stata 10, 8, 5. Questo testimonia la qualità dei loro attaccanti, perché hanno preso lo specchio della porta nell’80% delle volte e addirittura hanno segnato 5 reti. Gasperini, invece, fa bene ad essere rammaricato. La loro proporzione è stata: 20, 7, 1. Il che vuol dire che gli manca un gol, quello che gli avrebbe permesso di vincere all’Olimpico”.

 

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Vale più un corner o una punizione dal limite?

Analizzare il particolare per contestualizzarlo nel generale. Come i calci d’angolo e le punizioni dal limite. “Lo scorso anno in Serie A ci sono stati 1154 gol ma solo 30 sono stati realizzati punizione diretta. Per cui sappiamo che le punizioni dal limite hanno un valore del 2,6%. Il valore dei corner, invece, è dell’11,8%: valgono 5 volte una calcio piazzato dal limite, anche perché ce ne sono di più in una partita”.

 

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Ma quanti calci d’angolo si affrontano in una stagione? “In totale in un campionato ce ne sono 3800/4000. Ogni squadra batte e subisce di media 200 corner. È chiaro che le squadre che attaccano meno ne calceranno in meno e ne subiranno qualcuno in più. Le percentuali ci dicono che ogni 100 angoli si segnano di media 3 reti. Poi ci sono diverse variabili che possono influire: rimpalli, uomo perso in marcatura, ma di norma sono questi i numeri”.

Conoscere l’avversario per limitarlo

L’analisi più importante di tutte, però, resta quella sull’avversario. “Non è facile farlo perché ci sono molte variabili, come il cambio di modulo o degli interpreti. Però possiamo sempre inquadrare i punti di forza di una squadra e cercare di limitarli”.

 

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Come ha fatto Conte in Inter-Sassuolo di qualche settimana fa, terminata 2-1 per i nerazzurri che avevano avuto solamente il 29% di possesso palla. “La partenza da dietro di cui tanto si parla oggi ha valore solo in una circostanza: che l’avversario ti venga a prendere alto. Se la squadra che ti sta di fronte resta bassa, parte da dietro ma rimane dov’è a girare palla”.

Esattamente quello che ha chiesto di fare l’allenatore dell’Inter ai suoi ragazzi. “Conte sa che a De Zerbi piace avere la profondità per attaccare. Quindi gliel’ha tolta e lo ha aspettato basso, non facendogli fare il loro gioco di attirare fuori la squadra avversaria. È stata una lettura perfetta, perché bisogna sempre cercare di non far fare a chi hai di fronte la partita che gli viene meglio

 

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Il tempo di gioco effettivo

Non essendo uno sport con tempo di gioco effettivo, nel calcio si può giocare con il cronometro. “Ogni squadra nell’arco nei 90 minuti ha circa 100 possessi a disposizione. Se riduco del 20% il tempo di gioco effettivo, la squadra avversaria ne avrà 20 in meno rispetto ai 100 iniziali. E gli allenatori questa cosa, che è una vera e propria tattica difensiva, la usano spesso soprattutto quando affrontano squadre forti”.

Sfruttare i numeri a proprio vantaggio, studiare tanto l’avversario quanto te stesso, per cercare di migliorare ed essere pronto a qualsiasi evenienza. Perché il calcio è sempre in evoluzione, perché “ogni partita è una storia a sé”. 

Tags: Serie A



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