Se n’è andato stanotte, quando le porte dell’Ata Hotel Executive di Milano hanno dato le spalle ad operatori di mercato e dirigenti vari. Lui, Ernesto Bronzetti, di quel mondo ha fatto parte per anni, innamorandosene ogni giorno di più, instaurando rapporti di stima e d’amicizia, facendosi apprezzare da tutti, tanto da diventare intermediario fedele della tratta Italia-Spagna, uomo di fiducia del Milan ma anche del Real Madrid, di Adriano Galliani e Florentino Perez. Proprio il club rossonero, questa mattina, ha ufficializzato prima di tutti la sua morte, alle porte dei 69 anni: “Tutta la famiglia rossonera, commossa e addolorata, si stringe attorno alla famiglia di Ernesto Bronzetti colpita dalla sua scomparsa. Il cordoglio del Milan per Ernesto, apprezzato consulente rossonero per tanti anni, è intenso e sentito".
Poche parole per dirsi addio, superfluo aggiungere altro. Era così anche nelle stanze chiuse, lontano dai riflettori, protette dalle telecamere, quando in ballo vi erano operazioni di mercato e trattative segrete pronte ad emergere. Ernesto Bronzetti, classe ’47, ha intrapreso la carriera di direttore sportivo prima di diventare uno dei più famosi Agenti FIFA in circolazione. Ha guidato la Cavese, il Palermo, il Foggia, la Ternana. È partito dal basso, ha imparato i trucchi del mestiere, ha ottenuto risultati e consensi. Poi è partito per la Spagna ed è stato artefice dei più importanti trasferimenti europei: Cassano dalla Roma al Real Madrid oppure Kakà al Milan, per citarne qualcuno. Molto altro ancora avrebbe fatto se solo ne avesse avuto il tempo e l’opportunità: un male incurabile lo ha sottratto alla moglie, ai figli e a quel mondo del calcio che oggi ne piange la scomparsa e lo ringrazia per le pagine scritte insieme.