Sardo doc e punto fermo del Cagliari, Marco Sau si gode i suoi quasi 30 anni (da compiere il 3 novembre) con la maglia rossoblù. L'attaccante ha iniziato la sua sesta stagione consecutiva in Sardegna e chissà che non possa restare a Cagliari fino al termine della carriera. “Nel calcio non si può mai dire, ma la voglia è quella di starci – ha dichiarato Sau a La Gazzetta dello Sport - Sto arrivando ai 30 anni, lo faccio con questa maglia addosso, chi se l’aspettava. E’ stato difficile ritornare dopo cinque anni passati in giro per l’Italia , ma ora sto bene e sto anche cercando di comprare casa in città. Non al mio paese, Tonara, perché dista un’ora e mezzo da Cagliari. Troppo”.
Poi, Marco Sau, parla della stagione: “Per la squadra la salvezza, prima possibile, anche se è un campionato molto più equilibrato con tante squadre in lotta. Non sarà come il campionato passato. Già domani con il Crotone ci attende una sfida chiave. Io vorrei tornare in doppia cifra e segnare con continuità. Rastelli? Con lui ho un normale rapporto giocatoreallenatore. A volte ci confrontiamo. E’ un bene aver allargato lo staff, non ero abituato a lavorare con tanta gente. L’idea è il modulo con due punte e io sono una di queste. Ma sono a disposizione, faccio un po’ tutto e cerco di dare qualcosa in più perché ci tengo tanto. Vuoi sempre giocare, è ovvio, se stai fuori tirode. Ma io cerco di stare sereno. Il passaggio da Borriello a Pavoletti? Sono simili, fisici, Marco dentro l’area è fortissimo e forse ha più esperienza. Pavoletti è un grande perché dà l’anima per la squadra e fa tanti gol. Si è inserito bene con noi, è un bravo ragazzo che si ambientato subito in un gruppo sano. Barella migliora sempre, ogni giorno è più forte e ha la testa sulle spalle, spero continui a crescere. Joao Pedro sa rifinire bene e anche finalizzare. E’ completo. E soprattutto ci tiene tanto”. Poi su Zeman: “E' stato sicuramente qualcosa in più, l'allenatore più influente. Ero anche un ragazzo di 23 anni”.
E dalla partita contro il Crotone, i rossoblù giocheranno nella nuova Sardegna Arena. Uno stadio costruito in appena 200 giorni, una vera e propria corsa contro il tempo. Che esalta ancor di più la voglia di far bene della squadra: “E’ bello, è gratificante, per la squadra è una cosa in più. Un fattore fondamentale, credo un vantaggio perché il tifo più vicino è sicuramente importante. La visita alla Sardegna Arena? Mi sono molto emozionato. E’ stato un mix di sensazioni. Vedevo le loro facce felici per il gesto che avevamo compiuto. E’stato molto bello. Hanno fatto un lavoro incredibile in breve tempo, loro e la società. E’ bella, bellissima. Pure il manto erboso è buono. Certo, bisogna calpestarlo un po’. E’ stato utile allenarsi lì. Noi agevolati dal tifo vicino? E’ una teoria che trovo strana, perché quando giochi hai poco tempo per pensare. Ma speriamo sia così”.