Leader, trascinatore e adesso anche goleador. Nella sfortunata trasferta di Bologna Bruno Alves ha dato un motivo per sorridere ai tifosi del Cagliari. Il primo gol nel nostro campionato ha un sapore agrodolce per il gigante portoghese, che al 38' del secondo tempo ha deciso di metterla nell'angolino alla destra di Da Costa: esecuzione perfetta. Probabilmente l'estremo difensore brasiliano non era tra gli spettatori di Roma-Fenerbahce del 18 agosto 2014. Stessa posizione, stesso risultato: bolide che si alza sopra la barriera e si insacca al "sette".
Ma questo si sapeva, per Alves non è una novità: ci provò già alla prima giornata con il Genoa. Quella è la sua "mattonella" preferita e il calcio è sempre lo stesso: la palla si alza sulla barriera e scende a velocità impressionante nell'angolo alto del portiere. Ma si potrebbe tornare ancora indietro nel tempo, fino al 6 ottobre 2008. Ancora palla sulla sinistra, 30 metri circa, Bruno con qualche capello grigio e qualche ruga in meno, ma con la stessa potenza e precisione decide Porto-Sporting Lisbona. Ma Alves è sbarcato a Cagliari per fare il difensore e guidare la difesa rossoblù: non poteva esserci scelta più azzeccata.
"Bruno Alves? Beh, posso descrivertelo con una sola parola: è un leader" - disse Luciano Spalletti ai microfoni di GianlucaDiMazio.com - "Alves è un grande uomo e un grandissimo professionista. E' uno di quei giocatori che diventa subito punto di riferimento di una squadra per il suo entusiasmo nel far parte di un gruppo, per la sua capacità di trasferire subito agli altri la sua amicizia e la sua gioia di giocare a calcio. E' un insieme di qualità che impressionano chiunque abbia a che fare con lui le prime volte". Qualcuno può dargli torto? Il portoghese, dopo la firma sul contratto dello scorso 6 giugno, si è ripresentato a Cagliari da campione d'Europa, il secondo nella storia dei sardi dopo Gigi Riva: entrambi erano rossoblù al momento del trionfo.
Estro brasiliano, pragmatismo europeo. Il profilo perfetto per la difesa rossoblù secondo il presidente Tommaso Giulini, che si è voluto scomodare in prima persona per regalare ai suoi tifosi un "top player" di difesa. Deve essere stato parecchio convincente visto che ha battuto la concorrenza del Porto, la squadra dove Bruno ha esordito tra i professionisti e nella quale voleva chiudere la carriera. "C'era anche un'offerta di rinnovo da parte del Fenerbahce, ma la famiglia non aveva intenzione di rimanere a Istanbul" - disse il presidente dei sardi pochi giorni prima di chiudere la trattativa - "E' un giocatore di grande personalità e temperamento e mi diceva Spalletti, che l'ha avuto in Russia, che non ci sta a perdere neanche in allenamento e spesso lo ha dovuto allontanare".
Non mentiva Luciano Spalletti, che ebbe Alves alle sue dipendenze allo Zenit San Pietroburgo, tra il 2010 al 2013. "Età? Non penso che sia un problema. Come detto è un professionista perfetto, integro da un punto di vista fisico" - proseguì l'allenatore della Roma - "Bruno è pronto per qualsiasi tipo di campionato". Di una cosa si era dimenticato Spalletti e non di un dettaglio: che Bruno è bravo anche a battere le punizioni. E pazienza se ogni tanto si lascia andare a qualche mossa di Capoeira, la sua grinta potrà essere un traino per i compagni nelle fasi cruciali della stagione. Questa era la speranza :ora è una certezza.
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