"Per la maglia passo, corro, faccio gol...". Già, ma negli ultimi 4 mesi per Marco Sau la porta era diventata stregata. Non segnava dal 22 dicembre il numero 25 dei rossoblù. "Inizia a pesare la mancanza di gol, soprattutto mentalmente, ma sono sereno...": la rete di ieri contro il Chievo una liberazione per Pattolino.
Da Manfredonia a Cagliari, Lega Pro, serie B, serie A, non c'è categoria che possa fermare il bomber rossoblù. Il gol è un'arte che Sau ha coltivato fin da piccolo, nella sua Tonara "quando i primi palloni erano fatti con carta e nastro adesivo" e l'amore per il Cagliari non era così forte come lo è adesso. Il 25 infatti non è scelto a caso ma è dettato dall'ammirazione che Pattolino ha per il suo idolo, Gianfranco Zola. La stima per il campione di Oliena spinse Marco a diventare un fan del Parma, squadra in cui allora militava il "baronetto".
La chiamata del Cagliari arrivò solo nel 2005, e da qui iniziò l'amore vero, ma anche il solito giro per "fare le ossa". Trentaquattro gol in Lega Pro, tra Manfredonia, Lecco e Foggia e ventuno in B con la Juve Stabia convinsero i sardi a dargli la grande opportunità. E' solo nel 2012, dopo tanta gavetta, che Marco debutta e si consacra con i rossoblù. Tre stagioni in Serie A con 25 gol e l'esordio in Nazionale datato maggio 2013. Dopo un anno di B al di sotto delle aspettative, con 10 marcature, quest'anno Sau è partito subito bene con due reti nelle prime due giornate: la prima con la Roma è anche la numero cento realizzata tra i professionisti.
Il ventisette novembre Sau fa venire giù il Sant'Elia: colpo di tacco e terza rete in campionato. Il 22 dicembre, come detto, l'ultima, la quarta. Poi 13 partite d'astinenza, troppe per un bomber da più di 100 gol. Il quinto stagionale Marco lo festeggia con un misto di rabbia e sorrisi, quelli di chi sa di avere in ogni caso la coscienza a posto. Perché Pattolino è costantemente il migliore in campo per impegno e determinazione. Adesso sì, passa, corre e fa gol...