Una pesante eredità da raccogliere, un futuro tutto da scrivere: ecco la "scommessa" del Cagliari, Christian Oliva. Il centrocampista uruguaiano, proveniente dal Nacional di Montevideo, si presenta ufficialmente ai tifosi, che ancora non lo hanno potuto ammirare in campo: potrebbe essere lui, a partire dalla prossima estate, il "nuovo" Barella. Nel trasferimento di Oliva a Cagliari c'è la collaborazione dell'ex Diego Lopez: "Ci siamo visti durante 'el clasico' Penarol-Nacional - ha dichiarato il ventiduenne durante la conferenza stampa della Sardegna Arena - Non è stato bello per noi visto che abbiamo perso, ma so che Lopez ha parlato molto bene di me alla società".
Domanda quasi di rito, Oliva non ha difficoltà a descriversi: "Sono principalmente un centrocampista difensivo. Ho una buona velocità, me la cavo in marcatura ma so anche smistare il pallone: posso disimpegnarmi anche in altri ruoli che non siano quelli del 'volante' classico. Sono molto contento di essere qui e credo che questo trasferimento sia un buon passaggio per crescere come calciatore. Gargano? E' un giocatore che mi somiglia, bravo in fase di interdizione ma che sa anche giocare la palla". A Cagliari c'è chi già lo paragona a Nelson Abeijon, "il Guerriero": "Non ho avuto la fortuna di parlare con nessuno degli ex rossoblù, ma so che anche Abeijon, attraverso whatsapp, ha parlato molto bene di me. Era un esponente della 'garra charrua', tipica del calcio sudamericano: anche io sono un giocatore grintoso".
Pronto all'esordio, a due settimane dal suo arrivo... "Fisicamente sto bene, ho giocato il precampionato in Uruguay, l'ultima partita con il Santa Fe. Quando ho saputo che il Cagliari mi voleva? Non ricordo bene la data, era un venerdì, quando il mio procuratore Martin Plada mi ha chiamato: il martedì successivo ero già in Sardegna". Soprannome e numero di maglia preferito: "Il 17 perché l'ho messa nel Nacional e mi ha portato bene: ho voluto confermare il numero anche qui. Il mio soprannome è Totò, me lo ha messo mia sorella". Infine Oliva manda un messaggio ai tifosi: "Paura? In Uruguay guardiamo molto il calcio europeo e anche quello italiano naturalmente: è molto più tattico e veloce di quello dell'Uruguay. Mi è dispiaciuto lasciare la mia famiglia, ma non ho paura: penso che la principale difficoltà sarà adattarmi a un gioco più veloce. Sono pronto...".