Marco Borriello si presenta. Dopo l'accoglienza da "star" all'aeroporto di Elmas, oggi per l'attaccante napoletano era il giorno della conferenza stampa ad "Asseminello". Sorridente e un po' emozionato, Marco non si è sottratto a nessun tipo di domanda, da quelle tecniche a quelle più personali. Si parte dalla scelta: "E' stata facile, il Cagliari è una società storica e ambiziosa e qui si viene a giocare non solo per una città, ma per un'intera regione. Ho scelto subito perché mi hanno voluto fortemente. Mi ha convinto il progetto. Darò l'anima per onorare questa maglia e cercherò di dare una mano per difendere un bene prezioso come la serie A, che i miei nuovi compagni si sono meritatamente guadagnati l'anno scorso. Nessuno mi ha promesso nulla, se avrò una maglia da titolare sarà perché me lo sono meritato. Ho parlato la settimana scorsa con Rastelli, mi ha fatto un'ottima impressione, è giovane, ambizioso e determinato. Giulini? Ha grande entusiasmo e vuole regalare qualcosa di importante a questa città. Dei miei nuovi compagni conosco Marco Storari e Simone Padoin, gli altri li ho visti solo da avversario. Conosco Sau, che nelle passate stagioni ha mostrato le sue qualità anche in serie A. Poi Joao Pedro, che ho apprezzato durante qualche gara di serie B. Oggi è il primo giorno ma ci metterò poco ad ambientarmi".
La voglia di giocare è già tanta: "Mi sono allenato molto, ho fatto una buona preparazione con il mio fisioterapista, l'unica cosa che mi manca sono i ritmi di serie A. A livello fisico-atletico sono pronto per scendere in campo. Obiettivi? Be se non ci salviamo il presidente ci ammazza visto quello che sta spendendo. Sono arrivati giocatori importanti, come Padoin e Bruno Alves e altri c'erano già dalla scorsa stagione. L'obiettivo è salvarci, ma non sarà facile, dovremo giocare con il coltello tra i denti". Borriello ha giocato in grandi squadre, senza mai riuscire a imporsi: "Milan e Roma? E' una domanda a cui ho risposto tante volte, non vivo di rimpianti. Si vede che doveva andare così, io ci ho sempre messo l'anima e tutta la voglia possibile. Però a volte accadono cose che non puoi prevedere. Il Milan è stata la base, nei primi anni 2000 erano i più forti del mondo. Quando entravo nello spogliatoio vedevo campioni come Maldini, Albertini, Gattuso, Pirlo, Nesta e Seedorf: ho studiato molto da loro. Nel 2010 comprarono Ibrahimovic, uno dei più forti centravanti del mondo e non trovai più spazio. A Roma il primo anno feci 17 gol, poi c'è stato il cambio societario. Hanno voluto cambiare tutto, staff tecnico, dirigenti, giocatori. A quel punto il mio istinto mi ha sempre spinto a cambiare, perché voglio essere protagonista in campo. Solo nel Milan mi è capitato di fare due campionati di fila, adesso spero di superare questo record qui. Di farne 3-4-5 (ride, n.d.r.) ".
Vieri è stato uno dei primi a complimentarsi dopo la firma per il Cagliari: "Christian mi conosce anche nel privato e sa quanto mi alleno, come mi alimento, che tipo di vita faccio. Io ci tengo a essere considerato un calciatore. Borriello non è solo una foto, da quella non si può valutare cosa faccio nelle restanti 23 ore e 59 minuti. Vieri e Gianluca Vacchi lo sanno e spendono parole importanti per me, li ringrazio. Capozucca? Il primo anno a Genova esplosi con 19 gol. Poi quando sono tornato sono andato nuovamente in doppia cifra. Il direttore sa consigliarmi, sa farmi stare tranquillo, è una persona di cui mi fido". Numero di maglia? Domanda scontata: "Il 22, quello al quale sono legato da anni. Non so perché, è una cosa psicologica, mi fa sentire forte, bene. Ringrazio Roberto Colombo che me l'ha concesso. Nazionale? Qualsiasi calciatore deve ambire alla Nazionale. Farò di tutto da professionista per arrivarci. Non credo che il ct abbia posto limiti per ciò che riguarda l'età, quindi ci proverò".
Il rito dello spogliatoio rossoblù prevede che i nuovi arrivati cantino una canzone a tavola davanti ai compagni: "Prima cantavo abbastanza bene, ma un giorno ho preso una gomitata al collo e deve avermi provocato qualcosa alle corde e non riesco più a cantare. Però se c'è questa tradizione cercherò di fare del mio meglio, magari con l'aiuto di Capozucca (ride di nuovo). Perché al sud? Per un calciatore della mia età è importante, ti svegli senza dolori, con i tendini più vascolarizzati. Al nord prima di entrare in campo devi stare un'ora e mezzo a riscaldarti, qui magari posso allungarmi la carriera. Scherzi a parte, con l'andare avanti dell'età ti rendi conto che questi sono gli ultimi anni di carriera e voglio godermeli. Famiglia e amici saranno un po' lontani, ma so anche che non potrò fare il calciatore per sempre. A Milano ci tornerò, magari soffrirò un pochino, ma sono un professionista. E poi si sta bene anche a Cagliari".
In chiusura di conferenza arriva anche il video messaggio di Vieri: "Ciao Marco. Oggi è il giorno della tua presentazione a Cagliari e ti mando un grandissimo in bocca al lupo. Voglio fare una scommessa con te. So che farai tantissimi gol, quindi se ne fai più di 15 l'anno prossimo ti pago la vacanza. Se invece ne fai meno di 15 la paghi tu a me. Spero di pagartela...". Borriello spende qualche parola anche per il suo amico: "Vieri è tra le persone importanti di cui parlavo prima. Scommessa? Per lui era facile segnare, era una forza della natura. Non mi va di fare promesse, dico solo che cercherò di guadagnarmi la vacanza gratis". A Cagliari già si sfregano le mani...
Marco Borriello durante la conferenza stampa di presentazione