C'è una prima volta per tutto, chiedete ad Artur Ioniță . ll 31 agosto del 2014 diventò il primo giocatore moldavo a giocare in serie A, il 21 settembre, alla seconda presenza, il primo giocatore moldavo a segnare in serie A. Dal 30 giugno 2016 Artur è anche il primo giocatore moldavo del Cagliari. Per le altre "prime" bisognerà attendere. Intanto il venticinquenne di Chișinău è già nella storia del club rossoblù. Per entrare nel cuore dei tifosi gli basterà poco, magari una sola partita: dalle parti del Sant'Elia i "gladiatori" sono i più apprezzati. "Io ho pazienza, ho bisogno di imparare" disse al suo arrivo a Verona, dove lo adoravano, nelle tribune e negli spogliatoi. Umile, gentile, disponibile a migliorarsi. Quante volte capita che un ragazzo straniero, appena sbarcato in Italia, si metta a fare lui da traduttore per i compagni? Artur se lo può permettere: conosce cinque lingue.
Spesso anche Roberto Bordin si rivolgeva a lui per comunicare con altri ragazzi. "Inglese, tedesco, italiano, russo, moldavo: prego, scelga". L'ex vice di Andrea Mandorlini, ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com, conferma tutto ciò che di buono si dice di Ionita. "Sono felice e orgoglioso per Artur: merita una piazza come Cagliari" ci tiene subito a dire. Poi ce lo descrive: "E' un centrocampista 'moderno', come si usano definire adesso: quantità e qualità. Ha una buona tecnica, è bravo di testa, ottima corsa e resistenza. Nel nostro 4-3-3 lo usavamo come mezzala e si è distinto anche per l'abilità negli inserimenti. Non a caso in due stagioni ha fatto sei gol. Cosa si potrebbe chiedere di più a un centrocampista? E' un ottimo giocatore, grande colpo del Cagliari". Quarantanove presenze e sei gol in serie A, in appena due campionati. Nella Nazionale maggiore della Moldavia ha esordito a 18 anni, con la particolarità che solo successivamente ha giocato nell'Under 21, divenendone subito capitano. Ventuno presenze e due gol il bottino con i grandi.
Qualità fuori discussione. Non a caso era da tempo seguito dal Napoli, ex squadra di Bordin: "Ero felice quando ho saputo che grandi società come quella azzurra e il Cagliari erano su di lui, perché è un ragazzo che merita. In questi due anni ha avuto una crescita incredibile, si è guadagnato il posto gradualmente, attraverso l'impegno quotidiano e i sacrifici. Non gli è stato regalato niente. Mandorlini lo faceva giocare perché era sicuro di quello che poteva dargli. Inoltre ha il vizio di segnare gol pesanti. Vale tutti i soldi spesi dai rossoblu". Il primo gol in serie A permise al Verona di sbancare l'Olimpico di Torino ed è stato festeggiato da un paese intero, la Moldavia, dove è diventato una sorta di eroe.
Gladiatore in campo, sensibile e solare fuori. La dedica dopo il primo gol non è stata per "la mia ragazza" o per "il mister e tutti i compagni". No, era sentita, veniva dal cuore. Era per il papà che ha sempre creduto in lui. Anche sotto l'aspetto umano Bordin ci dà altre conferme: "E' un ragazzo d'oro, una bella persona. Mai una polemica. E' entrato in squadra in punta di piedi, senza alzare la voce, e ha convinto tutti. Mi ha sempre colpito la sua grande umiltà. Sapeva che io ero l'allenatore in seconda e veniva a chiedermi consigli tattici, il posizionamento migliore. Il mio primo suggerimento, viste le sue caratteristiche, è stato di inserirsi in area avversaria quando possibile. Lui aveva paura di lasciare scoperta la sua zona di competenza. 'Vai tranquillo Artur!' - gli dicevo - 'Sei giovane, hai corsa, il tempo per recuperare la posizione lo trovi'. E in effetti qualche golletto lo ha fatto...". I prossimi li attendono a Cagliari e Artur ha insegnato che con la giusta umiltà e pazienza può arrivare una prima volta per tutto...