Nel calcio contemporaneo una figura che sta prendendo sempre più importanza è quella dell'intermediario, quel professionista in grado di collegare club e agenti per agevolare le trattative. Intervenuti nel corso del Festival dello Sport di Trento, gli agenti Busardò e Pastorello insieme al direttore sportivo del Sassuolo Carnevali hanno parlato di questa importante figura professionale.
Il parere di Busardò, Pastorello e Carnevali
Il primo a prendere la parola è stato Busardò: "Cosa è l'intermediazione e l'intermediario? Difendo la professione e ritengo sia una figura fondamentale. Nasciamo perché siamo in possesso di informazioni che non tutti hanno. Ad esempio un club che vuole mettere sul mercato un giocatore per venderlo ha due modi: chiama direttamente altre squadre o lo comunica al proprio agente. Altrimenti entriamo in campo noi, una sorta di soggetti che si muovono fra domanda ed offerta".
"L'intermediario è anche una persona di fiducia dei club - ha aggiunto Pastorello. Possono mediare fra domanda ed offerta, cercando di fare il massimo per tutte le parti in causa. Oggi molte società chiamano l'intermediario per provare a piazzare un calciatore altrove. Una informazione privilegiata che permette di non svalutare il calciatore da sistemare in un altro club".
Giovanni Carnevalli ha sottolineato invece un altro punto importante: "L'intermediario può essere molto utile soprattutto sul mercato estero. In Italia non ho bisogno di nessuno perché conosciamo tutti, non ho questa necessità. Non devo retribuire nessuno, è un lavoro che posso fare da solo. Talvolta si incontrano soprattutto fra gli stranieri intermediari che fanno poco o nulla. A volte si è soggetti ad un ricatto per cedere un calciatore, personaggi di poco valore. Noi come Sassuolo abbiamo necessità sul mercato estero".
A confermarlo è stato lo stesso Pastorello, che ha aiutato il Sassuolo come intermediario: "Io non ho mai fatto intermediazioni in Italia ma solamente per club stranieri o e per l'Italia come ad esempio nel caso di Boga al Sassuolo. I dirigenti non conoscevano l'amministratore delegato del Chelsea e di conseguenza mi sono mosso io. Però sono d'accordo sul fatto che dobbiamo essere retribuiti solamente nel caso in cui diamo un valore aggiunto al cliente per cui lavoriamo".
Busardò ha concluso dicendo: "Penso che le squadre italiane sono obbligate a guardare all'estero. Anzi, ci sarà un aumento di intermediazioni sull'asse Italia - Inghilterra. A differenza di altri colleghi io ho fatto intermediazioni fra club italiani che magari non hanno buoni rapporti e non si parlato. Tuttavia il mio lavoro è principalmente orientato ai campionati esteri".
